Gruppo neonazista sponsorizza il restauro di una guglia del Duomo

«Abbiamo saputo che un gruppo neonazista ha adottato una guglia del Duomo. È una vergogna che appaia il loro nome sul monumento simbolo di Milano, città medaglia d'oro per la resistenza. Vogliamo che sappiate che Milano è e rimarrà sempre antifascista!» afferma con forza una ragazzo dal furgone del centro sociale Leoncavallo durante il corteo del 25 aprile.

È infatti stato reso noto da un articolo di Paolo Berizzi – giornalista di Repubblica – che Lealtà Azione ha partecipato a "Adotta una Guglia", campagna promossa dalla Veneranda Fabbrica del Duomo. La Veneranda reagisce accusando il giornalista di aver compiuto un «tentativo di inaccettabile strumentalizzazione». L'ente infatti ricorda che la donazione di cinquanta euro, effettuata tramite internet da Lealtà Azione, «non comporta in alcun modo l’incisione del proprio nome su una guglia del Duomo di Milano, riservata ai soli Grandi Donatori con atto e verifiche legali e notarili». L'attestato esibito sul sito dal gruppo dei "lupi" infatti «è un attestato standard, ricevuto da tutti coloro che sostengono il progetto attraverso la rete» e ad ogni modo «la Fabbrica non può giudicare o filtrare il percorso di ogni donatore che segue questo iter, uguale per tutti».

Anche se non sarà inciso su una guglia della cattedrale, il logo di Lealtà Azione – una spada accompagnata dalla parola "Italia" – compare però nel sito dell'iniziativa accanto ai volti e ai nomi degli altri donatori. La polemica sulla liceità di questa presenza nasce dal fatto che, dietro a quella che si propone come un'associazione culturale, si cela la compagine lombarda degli Hammerskins. Questi ultimi sono un network internazionale neonazista nato a metà degli anni Ottanta da una costola del Ku Klux Klan. I "lupi" di Lealtà Azione costituiscono "l'elite skinhead" di Milano e sono capeggiati da Stefano Del Miglio, condannato nel 2007 per un raid squadrista sui Navigli – nel quale sono stati accoltellati sei giovani di sinistra – e accoglie diversi altri pregiudicati per aggressione.

Questi presupposti rendono Lealtà Azione benefattori quantomeno discutibili. Difatti la reazione di sdegno non ha tardato ad arrivare. «È molto grave avere accettato una donazione da parte di Lealtà Azione. Significa riconoscere e legittimare un'associazione dichiaratamente ispirata all'ideologia neonazista e razzista. Invitiamo la Veneranda Fabbrica del Duomo a restituire subito i soldi ricevuti» afferma Roberto Cenati, presidente dell'Anpi milanese.
Anche Emanuele Fiano, deputato del Pd, esprime le sue perplessità, ma questa volta direttamente al cardinale Scola: «Nel giorno in cui celebriamo la Liberazione dal fascismo e dal nazismo, apprendiamo che la Fabbrica del Duomo ha conferito a un'organizzazione notoriamente violenta e fascista, che ha contribuito ai lavori di restauro sulle guglie del Duomo di Milano, un attestato che ringrazia per la collaborazione. L'organizzazione premiata non ha un curriculum degno di essere celebrato; al contrario, alcuni suoi esponenti sono stati condannati per accoltellamenti e raid squadristici. Ci domandiamo se fatti di tale gravità possano essere compatibili con un simbolo, come il Duomo di Milano, e con i valori che esso rappresenta».

A questa posizione si associano Cgil e Sel, ma anche Lega Nord. Giacomo Stucchi, esponente del Carroccio dichiara infatti: «Mi auguro sia stata solo una svista. Sarebbe grave se la Veneranda Fabbrica facesse prevalere gli interessi economici sui valori etici e religiosi».

Gian Antonio Borgonuovo – membro del Cda della Veneranda e arciprete del Duomo – tenta di difendere l'ente sotto accusa; ripete infatti che si tratta di una piccola donazione e che non è possibile «giudicare o filtrare il percorso di ogni donatore che segue questo iter, uguale per tutti».
In tutta risposta Cenati, appoggiato anche da Graziano Gorla – segretario generale della Camera del Lavoro –, rincara la dose esprimendo indignazione: «A prescindere da quale sia l'importo della donazione, la scelta di accettare questi soldi si pone al di fuori dei capisaldi antifascisti della Costituzione. Il nazismo aveva un'ideologia pagana, che nulla aveva a che fare con i principi dello stesso cristianesimo e del cattolicesimo».

Alle proteste, nei confronti della Veneranda, si associano i moniti di Nichi Vendola, di Saverio Ferrari e Gennaro Gatto – due membri dell'Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre – che invitano all'attenzione nei confronti dei nuovi movimenti neonazisti. Il leader di Sel ricorda l'importanza di «vigilare sul riaffiorare di fermenti nazifascisti che crescono e si riproducono più facilmente in tempi di crisi». Ferrari e Gatto ribadiscono infine che «Milano, città medaglia d'oro alla Resistenza, dovrebbe controllare meglio a chi dare certi attestati».
Claudia Zanella