Incertezza sul futuro della piscina Caimi in via Botta a Milano. Idee contrastanti tra i residenti

La piscina Caimi di via Botta a Milano è chiusa ormai da diversi anni. Proprio riguardo a una possibile riapertura della struttura il comitato di zona si è attivati per cercare di gestire la situazione nel migliore modo possibile. Non tutti, però, sono d’accordo con le idee del Comitato. Ripercorriamo brevemente la vicenda.

La struttura, costruita diversi decenni fa e gestita, a partire dal 1996, dalla Fondazione Culturale Pierlombardo, società di cui fanno parte anche Regione e Comune, è stata chiusa al pubblico in seguito a segnalazioni di vario genere. Innanzitutto, perché la struttura giaceva in una situazione di degrado totale da ormai molto tempo. In secondo luogo, perché le feste organizzate al suo interno, provocavano non pochi danni ai residenti della zona. Schiamazzi, musica a tutto volume e presenza di gente poco raccomandabile nella zona hanno condotto l’Amministrazione comunale a sospendere le attività della struttura pubblica. L’intento è, però, quello di chiudere la struttura per ristrutturarla e riaprirla al pubblico. I lavori li eseguirebbe la Fondazione Pierlombardo, a patto che le verrà garantita la concessione d’uso anche per eventi.

I membri del Comitato per la difesa della piscina ritengono che la struttura non vada più affidata all’associazione culturale Pierlombardo, considerata in qualche modo responsabile del degrado della piscina, bensì di darla in gestione a una società sportiva, separando, in questo modo, le attività culturali da quelle sportive. Altri residenti della zona, invece, ritengono che Cultura e Sport debbano muoversi di pari passo e che, quindi, non si debba escludere in partenza l’affidamento della struttura alla Fondazione culturale. «I cittadini  - scrive una residente della zona su una nota pubblicata sul social network Facebook - hanno bisogno di iniziative culturali e di spazi per il movimento e il benessere. Più riusciamo a potenziare l’una e l’altro, più migliora la qualità della nostra vita». Inoltre, sembra che il Comitato stia puntando sulla possibilità di rendere la struttura agibile tutto l’anno, coprendo le vasche d’inverno. Una cosa che, secondo gli altri residenti, non è possibile, a causa dell’eccessiva grandezza delle due vasche della struttura. Sicuramente tutti i cittadini sono d’accordo su un urgente intervento di ristrutturazione che dovrebbe prevedere la messa a punto di una nuova pavimentazione del fondale delle piscine, della sistemazione dei filtri e delle cabine che si affacciano su via Botta dai cui tetti, ultimamente, sono spuntati degli alberi. 

«È molto importante – leggiamo ancora sulla nota pubblicata su Facebook - ancor più di questi tempi per chi non può andare al mare, avere uno spazio dove trascorrere un pomeriggio in “spiaggia” sull’erba della piscina e far sguazzare i bambini nella piccola vasca e tenere semplicemente i piedi a mollo. Questo è un bisogno primario degli abitanti di una città calda e afosa come Milano». 

I cittadini chiedono quindi al Comitato di non opporsi in maniera incondizionata contro la Fondazione Pierlombardo che, al momento, è l’unica società in grado di garantire la riapertura della struttura e la sua rinascita, anche dal punto di vista culturale.  

Susanna Tosti