«Acqua pubblica: basta ipocrisie». Massimo Gatti dice la sua in merito alle ‘manovre’ della maggioranza

Dopo aver indebolito il sistema pubblico, facendo spezzatino di aziende efficienti per moltiplicare le poltrone nei c.d.a., oggi Pdl e Lega vogliono consegnare il 40% del sistema idrico in ogni provincia a un privato non curandosi dell’aumento delle tariffe, del calo degli investimenti e dell’occupazione. Per la Provincia di Milano l’alternativa vera è rappresentata, invece, dalla costituzione di un’unica azienda totalmente pubblica, che riunisca in sé patrimonio, gestione ed erogazione, in grado di aggregarsi con Milano e con le province confinanti, prevedendo uno spazio nel c.d.a. anche per una rappresentanza diretta dei cittadini. Il Comune di Milano, per essere credibile, deve chiarire se il modello dei servizi pubblici è quello dichiarato in questi giorni per l’acqua oppure quello perseguito da tanti anni con la privatizzazione di A2A (ex AEM). Le forze del centrosinistra, a partire dal PD, devono verificare e, dove è il caso, contestare, la deriva verso il modello unico delle società miste, in cui il privato diventa dominante. Per evitare aggressioni al sistema idrico pubblico, la partecipazione delle persone, dei movimenti, delle forze politiche e dei comuni deve essere continua. Si tratta di una battaglia irrinunciabile di valori e di lavoro, per un servizio essenziale e per il controllo diretto di reti fondamentali del sottosuolo che Pdl e Lega vorrebbero svendere a Confindustria, alla Borsa e alle multinazionali.