Lombardia, allo studio la riforma del Sistema Sanitario, per Lucente (FDI) è necessario potenziare la rete di medicina di base sul territorio

Con la legge 23 del 2015 in scadenza, centrodestra e centrosinistra oppongono le proprie visioni per la riforma. La maggioranza punta a piccoli ritocchi. Obiettivo comune è il potenziamento delle strutture di base e delle ATS

Secondo le norme regionali lombarde, la legge 23 sul Sistema Sanitario è in scadenza e occorrerà che la politica ci metta mano. A contrapporsi nel disegno di revisione sono le formazioni di centrodestra e di centrosinistra. Il primo schieramento, attuale maggioranza in Regione, propone di non stravolgere la legge, bensì di applicarvi alcuni piccoli correttivi e di fare alcuni ritocchi per ovviare ad alcune situazioni in cui il Sistema può essere potenziato e migliorato. Il centrosinistra vorrebbe invece tratteggiare un sistema quasi del tutto nuovo: il dato comune tra le due parti è la volontà di incrementare la funzionalità delle strutture legate alla medicina di base, ATS in primis.
Tra fine anno e inizio 2021 toccherà alla giunta regionale presentare una bozza della nuova legge, che le parti dovranno poi discutere ed elaborare appieno. 
Con ogni probabilità, la nuova bozza, partendo dal punto focale della vecchia legge, i presidi socio-sanitari territoriali, punterà a un potenziamento degli stessi e a una maggiore integrazione tra tutte le strutture di base e ospedaliere site sul territorio regionale. 
A far sentire la propria voce in un terreno tanto scivoloso e dibattuto quanto di vitale importanza specie in un periodo di emergenza sanitaria come quello che l’Italia sta attraversando, è stato anche Franco Lucente, capogruppo regionale in quota Fratelli d’Italia. Lucente ha sottolineato come risulti fondamentale rimodulare le ATS, rivedere i contratti di medici e pediatri, potenziare la rete di medicina di base sul territorio, così come anche incrementare l’attività della guardia medica e dei presidi ambulatoriali sul territorio. Anche gli altri membri della maggioranza in regione si muovono sulla stessa lunghezza d’onda, nel tentativo di dare alla regione più popolosa d’Italia un servizio sanitario all’altezza delle aspettative dei cittadini lombardi.
Il dibattito è comunque aperto: se il Pd vorrebbe proporre un modello “milanocentrico”, la Lega punta invece a una maggiore e, possibilmente, migliore dislocazione delle strutture e della competenza sul territorio regionale.
Tema di non minore importanza è infine quello sottolineato dagli esponenti di Forza Italia, i quali puntano ad inserire nella nuova legge alcuni accenni al ruolo delle farmacie, affinché queste possano essere integrate pienamente nella rete delle strutture sanitarie e possano diventare un valore aggiunto e una ulteriore risorsa da mettere in campo nella lotta al covid e, comunque, in una gestione più oculata e puntuale delle diverse situazioni locali.
Il primo passo spetta ora alla maggioranza regionale che, soprattutto nella figura dell’assessore al Welfare regionale Giulio Gallera, dovrà fare la prima mossa: l’elaborazione sarà poi lunga e dibattuta. La speranza di tutti i cittadini è che ne possa nascere qualcosa di positivo che incrementi ulteriormente la già strutturata e funzionale Sanità lombarda. 

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