Parallelismo tra le tempistiche decisionali di Stato e Chiesa - Il servizio di copertina di Box realizzato da Maurizio Zanoni, vicedirettore di 7giorni, in collaborazione con il giornalista e conduttore Vladimiro Poggi

Il servizio di copertina andato in onda venerdì 22 marzo 2013 nel programma televisivo Box, sulle reti Telecolor e Primarete Lombardia (ai canali 18 e 89 del digitale terrestre), a cura del vicedirettore del giornale 7giorni Maurizio Zanoni, in collaborazione con il giornalista e conduttore televisivo Vladimiro Poggi.

Lo hanno pensato in tanti, lo ha legittimato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: la Chiesa è stata più veloce dei nostri politici. Le pagine scritte dalla storia recente ne sono già testimoni: nel giro di due giorni di Conclave e cinque votazioni, lo Stato Pontificio ha eletto il 266esimo Papa. Così, mentre il comignolo della Cappella Sistina cominciava a fumare e da piazza San Pietro, gremita di fedeli, si levava il boato "Viva il Papa", altre parti della Roma Istituzionale tacevano, forse in un religioso ossequio o forse spiazzati dalla repentinità decisionale della Santa Sede. Ma se il silenzio è d'oro - e su questo dubbi non ce ne sono - il tempo è denaro, soprattutto quando la classe politica, la più remunerata dell'Europa intera, tarda a prendere posizione.

Inneggiata come la legislatura del cambiamento, questa 17esima, non sembra abbia iniziato con la marcia giusta. La classe politica, intenta a giocare a rimpiattino e a palleggiarsi le responsabilità, va a rilento e il tempo perduto diventa dunque l'incontrastato protagonista della scena, già vista e rivista. In secondo piano restano le posizioni discordanti tra partiti, dapprima della fumata bianca per l'assegnazione della presidenza della Camera a Laura Boldrini e del Senato a Pietro Grasso. Poi l'impasse per la formazione di un Governo che ha assunto i caratteri dell'impresa titanica; per non parlare della designazione della più alta carica dello Stato.

Tutto questo per cosa? Tanto, a detta di una voce bipartisan, entro breve si ritornerà alle urne. D'altronde, la costante è sempre la medesima: pazientare ad oltranza, in attesa che la situazioni si sblocchi. Assuefatto da una perdurante situazione di stallo, il popolo italiano però non abbandona la speranza, fiducioso che si compia il miracolo.

Il parallelismo tra i detentori del potere temporale e quello spirituale pone quindi una seria riflessione: come mai le azioni dei governi, alternatisi negli anni, si sono sempre impantanate in lungaggini, indugi, rinvii, dietrofront e chi più ne ha più ne metta? La Chiesa, invece, ha saputo prendere una decisione con risolutezza e tempestività, che, di primo acchito, ha già rivoluzionato la sua immagine innanzi al mondo. Altro che vaniloqui. Con l'investitura di Papa Francesco sembra sia iniziata una nuova stagione. Allora, perché non si può auspicare, meglio ancora pretendere, un'inversione di tendenza anche per il Governo del Paese? C'è chi lo proclama, tutti lo sperano: arriverà mai il cambiamento?

Maurizio Zanoni