Si scatena la polemica sul Cie di via Corelli

Secondo Dattolico, l’immediatezza dell’espulsione teorizzata dal «decreto di allontanamento» non può concretizzarsi, per via della mancanza di fondi destinati al rimpatrio dei clandestini, tant’è che, sinora, non sono state emesse sentenze di allontanamento.
Le disposizioni contenute nel pacchetto prevedono, inoltre, un prolungamento dei tempi di permanenza all’interno del Centro: inizialmente 30 giorni, poi 60 e infine 180. Un’estensione che, se da un lato viene incontro alla lentezza con cui i consolati trasmettono ai giudici i documenti dei propri connazionali, dall’altro genera un aumento del “costo” degli irregolari e può contribuire all’innesco di situazioni potenzialmente a rischio.
E mentre De Corato e Lega invocano la realizzazione di altri Cie, che permettano di fronteggiare l’emergenza clandestini, senza vanificare la “possibilità di trattenimento”, Luciano Muhlbauer, coordinatore cittadino del Prc di Milano, riprende, in un comunicato, le parole di Dattolico per denunciare la situazione e chiedere la tempestiva chiusura del Centro. Muhlbauer ravvisa, infatti, nel prolungamento dei tempi detentivi un pericoloso focolaio di rivolte. «In secondo luogo – sostiene l’esponente del Prc – vi è una regolare e numerosa presenza in via Corelli di ex-carcerati. Un autentico scandalo. Si tratta di persone perfettamente identificate che, alla fine della loro pena, finiscono dritti in via Corelli, per il semplice fatto che in carcere nessuno si era preoccupato di predisporre l’espulsione».

Federica Solaro