Tornano le polemiche per la proposta di una moschea nel Sud Milano

Sarebbe nel quadrilatero compreso tra Milano, Rozzano, Locate Triulzi e Opera il luogo individuato per costruire ex novo la moschea che dovrebbe accogliere gli islamici di viale Jenner. Per tale realizzazione i requisiti sono tre: la vici¬nanza di una stazione metropolitana o un buon appoggio a livello di mezzi di trasporto; la presenza di un centro commerciale che garantisca l’alimentazione dei professanti e al¬tre necessità di giornata; aree molto spaziose per parcheggiare le vetture. Un quarto requisito, pare, debba essere “nessun edificio nei din¬torni, nessuna possibilità di originare comitati di resi¬denti e di incrementare proteste e calo dei consensi”. A oggi, come sopra citato, per la moschea del futuro un’area c’è, o meglio, ci sarebbe. Dopo l'ipotesi, evidentemente scartata, di prendere in considerazioni alcuni comuni come Arese, voci suffragate danno il Parco Agricolo Sud Milano come possibile, decisiva destinazione. Sulla proposta avrebbero ragionato il Prefetto, il Comune di Milano, la Provincia e anche la Regione Lombardia. In particolare il Comune designato sarebbe Lacchiarella, di cui si parlava già un anno fa.
“Non accetteremo mai la costruzione di una nuova moschea nel Parco Agricolo Sud Milano'', ha categoricamente affermato Marco Rondini, deputato e segretario provinciale leghista, bocciando l’ipotesi del possibile via libera per un nuovo centro islamico all'interno del Parco. ''La qualità della vita dei milanesi non può andare a discapito di quella dei cittadini dell'hinterland. Il sindaco Letizia Moratti non può pensare di scaricare sui paesi della provincia tutti i suoi problemi, dai campi rom, agli inceneritori, alle moschee. Il primo cittadino meneghino farebbe meglio a concentrarsi sulle cose che non vanno nella sua città, visto che persino il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha recentemente osservato che in quanto a sporcizia, in certe zone sembra di stare più in Africa che a Milano''.