Verso l'abolizione del finanziamento pubblico, la classe politica è giunta all'estinzione?

Diciamo addio ai partiti. L'esistenza delle realtà politiche che costellano il firmamento italiano - per come lo conosciamo - è messa a rischio; il neo premier Enrico Letta lo ha preannunciato: «Abbiamo trovato l'accordo sull'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti», come richiesto a gran voce dal 90% dei votanti al referendum del 1993.

 

Diciamo addio ai partiti. L'esistenza delle realtà politiche che costellano il firmamento italiano - per come lo conosciamo - è messa a rischio; il neo premier Enrico Letta lo ha preannunciato: «Abbiamo trovato l'accordo sull'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti», come richiesto a gran voce dal 90% dei votanti al referendum del 1993.

Una decisione radicale che accoglie erroneamente la benevolenza del popolo, purtroppo plagiato da quei pochi imbonitori che tanto fiatano ma che poco ci azzeccano. Perché il danno che si verrà a creare è reale: se i partiti saranno privati delle contribuzioni statali, necessarie per la loro gestione, tutto passerà nelle mani di quei pochi dal portafoglio gonfio.

Gli schieramenti saranno quindi in balia di sponsor privati o più sardonicamente benefattori, la cui funzione formale sarà quella di rifornire le casse. Ma chi ci crede? Sicuramente, nei processi decisionali il loro peso si farà sentire a discapito di posizioni e ideali certamente più puri dei comuni militanti. Diventerà la politica dei pochi, per di più non eletti.

E poco importano anche i trascorsi virtuosi delle diverse sezioni locali che, immeritevoli di tale trattamento, non hanno mai visto il becco di un quattrino per le loro attività, perché non hanno mai contato nulla agli alti piani e quindi impossibilitate a mostrare ai loro leader la retta via. Da essa, alcuni si sono allontanati. E la carriera viene, così, macchiata dal reato, il cui compimento si perfeziona generalmente con la sottrazione di soldi pubblici per fini personali. In questo senso, di casi se ne contano parecchi.

Come tralasciare poi i recenti "illustri" iscritti nel registro degli indagati: da Franco Fiorito, detto er batman, che si presume abbia sottratto fondi al suo partito, il Pdl, a Francesco Belsito che avrebbe tentato di depredare il patrimonio della Lega Nord, fino a Luigi Lusi, accusato di essersi appropriato illecitamente del denaro della Margherita. Le tre ipotesi di illecito, se sommate, restituiscono una cifra di 34 milioni di euro circa. Mica bruscolini!

Esempi infestanti che deteriorano indistintamente la credibilità della classe politica italiana - spesso colpevole, a volte mero capro espiatorio - e che hanno contribuito alla condivisione popolare e istituzionale dell'abolizione del finanziamento pubblico. L'estrema unzione del Presidente del Consiglio è stata data, la rivoluzione a questo punto è in atto. La classe politica, così come l'abbiamo conosciuta fino a oggi, è dunque giunta all'estinzione?