Approvata la realizzazione di una cava a Pantigliate

Servirà per l’estrazione di materiale inerte. Si occuperà dei lavori la società Cave Grondone. Molti i “no”

Durante il Consiglio comunale, svoltosi in data 15 giugno 2010, il Sindaco e la maggioranza di Pantigliate hanno approvato la convenzione con la società Cave Grondone Srl, per l’apertura di una cava di estrazione di materiale inerte. Dopo il rifiuto del Consiglio regionale per il posizionamento di un sito di escavazione denominato ATEg35 nel circondario di Paullo, previsto dal Piano Cave della Lombardia, e il conseguente impegno della Giunta regionale al suo ricollocamento, previa acquisizione del parere favorevole degli enti interessati, la società Cave Grondone Srl ha deciso di presentare ufficialmente la richiesta all’esecutivo di Regione Lombardia per l’installazione del proprio polo estrattivo nel territorio del Comune di Pantigliate, in località Cassinazza. «Prima di arrivare a questa decisione sono state effettuate opportune verifiche geologiche del territorio prescelto ed è stato controllato che la superficie in questione non fosse inserita nell’area protetta della Muzzetta – spiega l’architetto Francesca Dicorato, responsabile comunale del procedimento –. Se avessero fatto domanda di localizzazione dell’impianto in prossimità delle fonti della Muzzetta, infatti, la richiesta non sarebbe stata presa nemmeno in considerazione». Il sito individuato, di fatto, dista dal fontanile 3 km «e non è soggetto a vincoli specifici del Parco Agricolo Sud Milano», del quale fa parte. L’ente del Parco, votato principalmente alla tutela del bene ambientale, a quanto pare, potrà quindi solo esprimere un parere che non risulterà tuttavia essere vincolante. Sarà bensì l’ufficio cave della Provincia di Milano a seguire tutta l’attività fino alla conferenza dei servizi. «È da sottolineare inoltre che la società Cave Grondone è proprietaria dell’area in cui dovrebbe sorgere la cava, per un’estensione complessiva pari a 1 km quadrato – specifica il primo cittadino Lidia Rozzoni –. Ma la dimensione del sito di escavazione comprenderà solamente una porzione molto ridotta e limitata della superficie, che si riferirà esclusivamente all’ambito del mappale 158 del foglio catastale». La futura cava, quindi, se otterrà le adeguate autorizzazioni, sorgerà nelle immediate vicinanze della rotonda della via Cerca, a ridosso della frazione di Caleppio di Settala. Questo tipo di collocazione permetterà l’entrata e l’uscita dei mezzi pesanti sulla via Cerca senza dover attraversare irrimediabilmente i rimanenti terreni agricoli.
«Negli accordi che abbiamo preso con i cavisti sarà posta la massima attenzione fin dalle prime fasi di insediamento – chiarisce il Sindaco –. Grande considerazione verrà riservata anche nei confronti dei cittadini residenti del Comune di Settala. L’obiettivo è quello di posizionare i macchinari maggiormente rumorosi il più lontano possibile dalle abitazioni». È stata inoltre scongiurata la ragionevole preoccupazione in merito all’inquinamento ambientale che ne potrebbe derivare, poiché la cava, secondo il parere del Sindaco e dell’architetto responsabile, non dovrebbe inquinare. L’unico “inconveniente”  si riferisce esclusivamente al rumore derivante dagli impianti e macchinari, che comunque, assicurano, rispetterà le disposizioni stabilite dalla legge. A seguito dei lavori di scavo, quantificati in termini di tempo in 10 anni, si andrà dunque a formare uno specchio d’acqua di circa 118mila metri quadrati e con una profondità dal piano campagna di 30 metri, che, al termine della convenzione, verrà destinato ad attività di carattere ludico-sportivo. «Quello che rimarrà poi sarà il verde – espone Lidia Rozzoni –.  Ci sarà un recupero della flora e della fauna che renderà il luogo gradevole e decisamente migliore rispetto alle trasformazioni che si sarebbero sortite con l’approvazione delle proposte pervenute per un insediamento di un polo industriale». Il progetto di riqualificazione ambientale, appena esposto, risulta peraltro imprescindibile per la realizzazione della cava; senza di esso, in pratica, non si potrà procedere. Con la realizzazione della cava sul territorio di Pantigliate, ovviamente in caso favorevole, verranno versati da Cave Grondone srl, nelle casse comunali, 600mila euro nel momento collimante all’autorizzazione finale del progetto e un ulteriore milione di euro nel corso dei 10 anni di attività. A queste entrate verranno affiancati anche i ricavi derivanti dall’asportazione dei materiali pari a di 0,80 centesimi al metro cubo (cifra ben superiore a quella fissata dalla legge regionale, corrispondente a 0,44 centesimi) e alcune opere aggiuntive, a spese della società di estrazione, come il rifacimento della piazza comunale e un contributo di 170mila euro che verrà destinato principalmente alla manutenzione dei plessi scolastici. Nonostante ciò l’opposizione (Pdl e Lega Nord) non è d’accordo e considera questa scelta inaccettabile. Secondo il loro parere questa opera potrebbe determinare diverse problematiche ambientali (inquinamento acustico, dell’aria, del suolo, dell’ambiente) e il prosciugamento delle sorgenti della Muzzetta. Mario Orfei, consigliere di minoranza del Pdl a Pantigliate ricorda inoltre che l’articolo 45 del piano territoriale di coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano recita che «nel territorio del Parco è vietata l’apertura di nuove cave ed è consentito il solo ampliamento delle attività esistenti». Della stessa opinione anche il primo cittadino di Settala Enrico Sozzi che dichiara: «Ci hanno un po’ sorpreso con questo progetto. È evidente che la proposta presenta grandi criticità per i cittadini della frazione di Caleppio, per il Parco Sud e per le sorgenti della Muzzetta. Adotteremo delle contromisure affinché il progetto non venga realizzato».

Maurizio Zanoni