Le case dell’acqua e del latte non sortiscono lo stesso livello di gradimento. Come mai?

Un’idea vincente, quella di CAP Holding, in quanto è stato recepito il concetto che l’acqua che esce dai nostri rubinetti è controllata ed è sana. Per di più, è a “chilometro 0”, concetto oggi molto sentito dalla gente.
Nel pomeriggio e nei week-end c’è sempre fila. La Casa dell’Acqua è anche divenuta un luogo di socializzazione, dove la gente si ferma volentieri a fare quattro chiacchiere.
I contenitori utilizzati sono fra i più disparati perché, chi si avvale del servizio, fa il “carico” per tutta la famiglia. Piace molto soprattutto l’acqua gasata, che va a ruba velocemente, ma anche l’acqua “normale” ha il suo successo. Perché, anche se è la stessa acqua del rubinetto di casa, per qualche ragione la gente si fida di più.
Non si può dire la stessa cosa della Casa del Latte, inaugurata nello stesso periodo. Il distributore eroga il latte crudo e, da un po’, anche il riso, tuttavia è spesso deserto. «Facevamo troppa paura alle grandi marche», spiegano Alessandro e Roberto Bonetti, dell’omonima azienda agricola con sede a San Giuliano. «Fino a qualche anno fa il servizio era molto gradito e venivano installati nuovi distributori. È stata fatta una tale campagna contro il latte crudo, da spingere il Ministero della Salute a dichiarare che il prodotto può essere consumato solo dopo bollitura. In realtà, il nostro latte è sano, viene controllato ogni settimana dall’ASL e soprattutto viene fatto con le nostre vacche, che chiunque può venire a visitare. Non si può dire lo stesso del latte della grande distribuzione».

Valeria Giacomello