La raccolta differenziata non è un optional

oggi c’è ancora tanto degrado. Gli operatori ecologici il lunedì ritirano la plastica, negli appositi sacchi gialli, la carta, nel cassonetto nero, e l’umido in quello marrone. Il giovedì l’indifferenziato, nell’unico bidone grigio scuro, e di nuovo l’umido. Il vetro deve essere portato in piazza e depositato nei cassonetti, non abbandonato a terra. Qui capita spesso di trovare stendini, assi da stiro e vecchi rottami che andrebbero portati in discarica. È importante imparare a differenziare, conoscere il giro degli addetti alla raccolta e sapere dove e come liberarsi correttamente dei propri rifiuti rispettando sé stessi e gli altri.
Basta una rapida ispezione nelle pattumiere per rendersene conto: sacchi lanciati, e mancato il canestro, lasciati aperti; non c’è alcuna distinzione tra i vari cassonetti, uno vale l’altro. Nell’umido si trovano sacchetti non biodegradabili, talvolta contenenti vetro; la raccolta della plastica non viene mai fatta regolarmente. Non mancano motorini, televisori, macerie o residui del giardinaggio. Ma non è tutto; si trovano anche escrementi umani, di gatto, vomito, profilattici usati e assorbenti igienici. Nessuno si stupisca che nella pattumiera della scala H è stato trovato un topo che banchettava. La Mea non ritira i sacchi non conformi che, di conseguenza, si accumulano. Differenziando i rifiuti, questi locali rimarrebbero più puliti e si faciliterebbe il compito degli incaricati, che devono prima vedere e raccogliere tali “schifezze”, poi disinfettare.

Alice Ranaudo