«I 450 Milioni dichiarati dalla Provincia per la MM3 non esistono, solo chiacchiere»

Gassificatore, acqua e metropolitana, ecco il parere di Massimo Gatti

Abbiamo incontrato Massimo Gatti, dal 2004 Consigliere provinciale di Milano per DS, poi Sinistra Democratica, sino all’adesione all’attuale coalizione (Un’altra Provincia, PRC, PdCI); dal luglio 2008 è anche vice-presidente di Amiacque, azienda pubblica che unisce le società idriche milanesi. Precedentemente, è stato sindaco di Paullo e ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro dalla città di Milano per la realizzazione del depuratore di Peschiera Borromeo.

Qual è la sua posizione a quasi un anno dalla vicenda del gassificatore di Mediglia?
La volontà espressa di negare, respingere qualsiasi proposta di gassificatori e inceneritori, che raccoglie le esigenze di migliaia di persone di questo territorio, dev’essere tradotta in un atto amministrativo, in cui, senza prendere in giro la popolazione, Provincia e Regione, i due presidenti insieme ai dirigenti, concludano la procedura senza “rimpallarsi” le responsabilità, insieme ai Comuni e mettendo la parola fine a questa richiesta, proprio nei giorni in cui Cerroni fa un ricorso contro i provvedimenti che medierebbero la sua possibilità di fare quello che non va fatto. Quindi, la richiesta immediata è che prima delle elezioni regionali la questione sia finita. Dare una buona notizia non fa male alla salute! Si abbia il coraggio di prendere una decisione e attuarla e non di dire una cosa e poi aspettare.

I 450 milioni di euro per la metropolitana sono chiacchiere o si tratta di qualcosa di concreto?
Se la provincia di Milano stanziasse 500 milioni per la metropolitana, io credo che tutto il consiglio provinciale dovrebbe sostenere questa proposta. Il problema che ho denunciato, invece, è che sono solo chiacchiere. La Provincia di Milano non ha mosso un dito per fare qualche passo in avanti a proposito delle metropolitane di Paullo e di Vimercate; ha ridotto gli stanziamenti per gli investimenti, quindi non c’è traccia dei soldi di cui si parla. Io sono, oltretutto, per avere una posizione coraggiosa e alternativa: prima di tutto bisogna mettere il trasporto pubblico al centro della nostra attenzione. Questo è uno dei motivi per cui io ho dissentito, anche nel passato, da un’amministrazione che ha posto le questioni del ferro, facendole precedere dall’autostrada; non è che si possono fare le ferrovie con i pedaggi di autostrade inutili.

Cosa pensa della polemica sollevata da diverse parti sociali a livello nazionale, a proposito della privatizzazione dell’acqua?
Il Governo, la Regione Lombardia, il centro-destra - con molta inefficacia anche da parte dell’opposizione parlamentare a Roma - fanno esattamente l’opposto di quello che serve. In un momento di crisi, in cui si deve investire nei servizi pubblici locali, si arriva persino a varare un provvedimento che privatizzi l’acqua. L’acqua vuol dire vita, vuol dire lavoro, vuol dire diritto universale. L’acqua non va sprecata, quindi non va aumentato il fatturato: non può farlo il privato un lavoro di questo tipo. Nella provincia di Milano, le grandi gestioni pubbliche portano a una perdita del 15% che è quasi fisiologica; dove c’è la privatizzazione, dove si strozzano gli impianti, si aumentano le tariffe, non si fanno investimenti, le perdite sono tutte sopra il 30%. Quindi, i privati sono più inefficienti, perché il loro fine è fatturare di più, come quando costruiscono le automobili. Non tutti i pubblici vanno difesi, ma va creato un controllo statale pubblico, per cui chi non è capace viene mandato a casa. Ma non si svende il patrimonio a Confindustria.

Può esserci un accordo trasversale tra le parti politiche, per una questione così annosa?
Stasera si è discusso del consumo del territorio, c’è l’acqua, c’è l’aria – e nonostante l’inquinamento aumenti, qua crescono solo le autostrade e non si pensa al trasporto pubblico. I beni comuni servono a noi, ma anche ai nostri figli. Io ho lanciato una sfida a Podestà: se ha il coraggio, applichi la delibera che abbiamo approvato ad aprile di quest’anno, in cui si dice di fare una società unica. Quindi, riduciamo tutte le società pubbliche, diventiamo ancora più efficienti e dimostriamo di essere ancora più bravi dei privati. Non faccia esattamente l’opposto e cioè, giocando con un sistema di diritto universale come quello della fornitura dell’acqua, di far piazzare questi della Confindustria. Bisognerebbe anche discutere di com’è andata la privatizzazione dell’energia, della telefonia, dell’elettricità, in questo Paese. Si è parlato dell’acqua, ma è clamoroso che nonostante tutti i comandi dei Carabinieri, la Procura antimafia e tutta la magistratura italiana abbiano messo sul “chi va là” le istituzioni, poiché nel terreno dei rifiuti, delle cave c’è l’infiltrazione della criminalità organizzata, quel decreto che privatizza l’acqua, addirittura porti anche alla privatizzazione obbligatoria nel settore dei rifiuti, delle cave e delle discariche. Quindi, siamo su una linea in cui si fa l’opposto di quello che serve alla popolazione italiana. Il centro-destra dovrebbe ricordarsi che di guardare anche al futuro; noi non vogliamo fare solo una testimonianza, pensiamo di avere dei valori e delle idee valide. Ognuno poi dev’essere messo alla prova.

Novella Prestigiovanni - Giulio Carnevale