Alfano nuovo segretario del primo partito d’Italia: «È un uomo capace, generoso e leale»

Che giudizio dà al nuovo corso impresso al Pdl dopo la nomina di Alfano a segretario nazionale del partito?
Alfano, nel suo lungo intervento al Consiglio Nazionale del Pdl, ha capito e sintetizzato gli umori di tutti noi. Ha capito che bisogna dare una svolta al partito. Non più il partito dei nominati, dei soli eletti. Un partito degli onesti, in grado di recuperare, attraverso una vasta partecipazione popolare, gli elettori Pdl che recentemente si sono astenuti dal voto. Alfano è giovane e intelligente e ha tutte le capacità di riuscire; dipende solo da lui, passare dalle parole ai fatti.

La sua nota stampa inviata alle redazioni in queste ore, sul nostro militare ucciso in missione di pace,  sembra una rottura nei confronti della posizione maggioritaria all’interno del Pdl. Che eco avrà, o ha già ricevuto, la sua dichiarazione all’interno della segreteria di partito?
Non credo che sia una rottura. Nel Pdl nessuno voleva la guerra con la Libia, Frattini e Berlusconi hanno subito cercato la via di un negoziato. Sono stati i francesi e gli inglesi che ci hanno forzato la mano. Libia e Afghanistan e ci metterei anche l’Iraq, sono guerre che hanno creato più problemi che soluzioni; gli americani si stanno ritirando dall’Afganistan, dall’Iraq e si sono disimpegnati in Libia.

La sua posizione trova manforte in quella della Lega; come giudica la strategia del Governo?
La Lega è preoccupata dei costi delle guerre e delle conseguenze di massicci esodi di stranieri; da questo punto di vista non le si può dare torto. Sulla guerra in Libia il Governo si sta muovendo molto bene. Frattini ha proposto una tregua avente per scopo quello di tenere unita tutta la Libia, nel timore che, con il dopo Gheddafi, esploda una guerra civile tra le tribù rivali, creando un focolaio di destabilizzazione molto pericoloso nel Mediterraneo.

Lei, nel suo comunicato, definisce le missioni estere a cui l’Italia partecipa “guerre inutili e dannose”. Come argomenta la sua posizione?
L’Europa, i popoli europei si devono unire, dal Portogallo alla Russia e insieme agli Usa per poter efficacemente e pacificamente competere con il mondo asiatico e sudamericano. “Pace e Giustizia” devono essere i principi primi che devono ispirare l’azione dei governi nazionali.

Lei suggerisce una riallocazione delle spese militari in misure a favore delle famiglie. Quali sarebbero più nel dettaglio le priorità economiche su cui lo stato dovrebbe investire per la ripartenza economica?
Le speculazioni finanziarie riescono a mettere in crisi le economie di intere Nazioni, gli Stati nazionali sembrano essere sempre più impotenti a fronteggiare questo fenomeno cosi grave. A farne le spese sono prima i ceti più deboli e poi anche i ceti medi. In Italia bisogna intervenire per ridurre i costi della burocrazia, che sono tantissimi. Un esempio? I costi notarili per l’acquisto di una casa possono essere eliminati.

Giorgio Tondi