Cinquecento abitazioni a rischio, cosa fare?

I contenuti sono stati sottoposti lunedì 14 febbraio al Consiglio comunale. Il Primo cittadino ha illustrato le fasi che hanno portato alla formulazione dell’avvio del procedimento finalizzato all’eventuale annullamento dei permessi a costruire. La decisione definitiva per l’avvio del procedimento è scaturita in seguito all’ultima comunicazione dell’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) riguardante la direttiva europea Seveso due sul rischio di incidenti rilevanti. Infatti l’ente lo scorso 19 gennaio ha dichiarato che l’inquinamento acustico proveniente dalla Mapei è incompatibile con il piano di intervento di Bellaria. Sempre l’Arpa, ma nel mese di giugno 2010, aveva dichiarato che il permesso di costruire era stato rilasciato senza che il Comune avesse predisposto l’elaborato tecnico “rischio incidenti rilevanti”, che fu predisposto solo nel marzo 2009. L’ Arpa sostiene che lo scenario incidentale va a estendersi all’interno del parco, pertanto chiede di rivedere le autorizzazioni e vietare la presenza di persone. Un altro accertamento dei tecnici dell’Arpa nel cantiere risale al novembre 2010; dopo che, per giorno e notte, sono stati monitorati i rumori provenienti dalla Mapei, è stato stabilito che i valori rilevati fossero  superiori a quelli dichiarati dai costruttori. Uno dei misteri di tutta la faccenda risale al gennaio 2007, ben prima che il piano fosse discusso in Consiglio, quando la Mapei, in una missiva indirizzata all’ufficio ecologia e al Primo cittadino, dichiarava che a ridosso del muro di cinta posto a Nord della Mapei esisteva un deposito contenente 500 kg di perossidi (materiali assimilati a esplosivi) e che, in caso di incidente,  il cosiddetto Flash-fire (una fiammata improvvisa)  avrebbe interessato l’area adiacente. Non si capisce come non ci sia stato un seguito a quella comunicazione da parte del Comune.  Per chiudere il panorama incidentale, nel novembre 2010 la Mapei inviava un aggiornamento del rischio di incidenti rilevanti, dove si riscontrava un’altra criticità: il pericolo di una pozza liquida che, se si incendiasse, emanerebbe una radiazione termica, il Pool-fire. Quindi, emergono pareri contrastanti fra l’Arpa, la Mapei, e l’ufficio tecnico del Comune, che hanno imposto una richiesta di parere al CTR (Comitato tecnico regionale dei rischi) dei Vigili del fuoco. Nel frattempo, l’Amministrazione, per tutelare la salute dei cittadini e quella dei lavoratori del cantiere, ha dato  tempo 15 giorni ai costruttori, per illustrare come intendono porre rimedio alle criticità già accertate.

Giulio Carnevale