Peschiera, parla la moglie di Romano, l’82enne affetto da una grave forma di Parkinson che ha scelto il suicidio assistito in Svizzera

L’uomo residente a Peschiera Borromeo accompagnato da Marco cappato ha confermato ai medici svizzeri «in modo responsabile e consapevole il desiderio di interrompere questa lunga sofferenza». Guarda i video.

La moglie del sig. Romano

La moglie del sig. Romano Frame dal video pubblicato sul profilo Facebook pubblico della Associazione Luca Coscioni

Romano, un 82enne residente a Peschiera Borromeo è affetto da una grave forma di Parkinson, ha chiesto aiuto a Marco Cappato per recarsi in Svizzera e porre fine legalmente alla sua vita attraverso il suicidio assistito. Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, ha accolto ancora una volta il ricorso di un malato grave che chiedeva di poter sottoporsi al suicidio assistito, che in Italia non è legale. Cappato, 51 anni, residente a Monza, diplomato al liceo classico Zucchi e poi laureato in Economia alla Bocconi, per anni attivista politico, ha dichiarato ai Carabinieri di aver accompagnato alcune persone in Svizzera per porre fine alle loro sofferenze.
«Romano è affetto da una forma di Parkinson molto aggressiva - ha spiegato la moglie di Romano in un video pubblicato sulla pagina Facebook dell'associazione Luca Coscioni -. Gli ha paralizzato gli arti e prodotto una disfagia che a breve lo porterà a un'alimentazione forzata. A luglio mio marito aveva già espresso in modo responsabile e consapevole il desiderio di interrompere questa lunga sofferenza». Nel frattempo i familiari hanno contattato l'associazione Luca Coscioni e Marco Cappato. Poi nei giorni scorsi il viaggio in una clinica Svizzera e la conferma al medico, che lo aveva precedentemente sottoposto alla visita, di voler interrompere quella sofferenza. Romano è stato accompagnato in Svizzera da Marco Cappato, dalla moglie e dalla figlia che era giunta nei giorni precedenti dalla California. «In California tutto questo è legale - ha spiegato in un video pubblicato sui social -. Cappato ha detto di sperare in un futuro in cui si possa fare anche in Italia, a casa propria, circondati dalla propria famiglia». Si tratta di una nuova disobbedienza civile, poiché la persona accompagnata non è “tenuta in vita da trattamenti di sostentamento vitale”, quindi non rientra nelle fattispecie previste dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul Caso dj Fabo per l'accesso al suicidio assistito in Italia. Nel 2022, Cappato ha accompagnato in Svizzera una donna di 69 anni con un tumore al polmone e metastasi. La donna non era tenuta in vita da sostegni vitali ed era esclusa dalla sentenza della Corte costituzionale. Al ritorno, Cappato si è autodenunciato ai carabinieri a Milano e attualmente è indagato dalla procura.