Peschiera, Stefano Faita boccia il bilancio di previsione 2015, «troppo poco per le famiglie»

Il coordinatore di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale prende atto della svolta di Falletta: «Sta facendo il Consiglere comunale anche con i ns voti»

Il bilancio di previsione 2105 approvato ieri dal Consiglio comunale di Peschiera Borromeo, è giudicato carente sotto tutti gli aspetti dalla sezione peschierese di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale: «Ancora una volta – dichiara Stefano Faita, leader locale del partito di Giorgia Meloni - poco o nulla è stato fatto per le famiglie di Peschiera Borromeo. Dopo il salasso dell’anno scorso ci aspettavamo di più. Con la disoccupazione giovanile al 44% salta subito all’occhio come  le detrazioni della TASI introdotte sono valide solo per i figli fino a 18 anni, tralasciando una copiosa fascia di famiglie con figli anche di età maggiore, data la difficoltà a rendersi indipendenti.  La soglia di 17 mila euro lordi per l’esenzione dalla addizionale comunale Irpef è ancora troppo bassa per avere ricadute significative verso i nuclei famigliari peschieresi. Tutto questo a fronte di capitoli di spesa allocati per un roseto a San Bovio da 60mila Euro e degli orti in via Carducci da 300mila Euro. Oltretutto anche il bilancio preventivo delle farmacie comunali non conteneva iniziative per calmierare i prezzi dei farmaci – conclude il Coordinatore cittadino - alle famiglie disagiate di Peschiera».

Le relazioni del bilancio e i documenti finali non sono stati consegnati per tempo ai Consiglieri comunali che non hanno così potuto raccogliere i pareri e le proposte dalle componenti civili della società e dalle forze politiche extra consiliari; confermando ancora una volta quanto la partecipazione sia solo oggetto di proclami ma che nei fatti non venga attuata.

Fratelli d’italia – Alleanza Nazionale esprime inoltre perplessità sulla svolta zamboniana del candidato a Sindaco della coalizione di centro destra alle scorse elezioni, Antonio Falletta: «Le delibere – chiosa Faita -che fissavano le tariffe delle imposte comunali e il piano triennale delle opere pubbliche, erano state approvate e sono già in vigore.  Esprimendo parere contrario al bilancio di previsione, si sarebbe potuto dar seguito immediatamente ai contenuti della mozione di sfiducia. Non approvando il bilancio, l’esecutivo sarebbe venuto meno. Un segretario comunale troppo zelante ha dichiarato illegittime le firme in calce alla mozione perché apposte digitalmente e non firmate di pugno, che di fatto viziano, tutti gli atti di questa Amministrazione comunale. Infatti  è dall’insediamento che per l’andamento del consiglio comunale la pratica era ormai usanza diffusa e tollerata. Invece ancora una volta si è preferito negare i diritti fondamentali del Consiglio comunale con lo stravolgimento ad personam dei regolamenti, professando ancora la vecchia politica degli inciuci, che lede e stravolge il voto popolare, piegando l’attività politica sovrana ad interessi di parte, – conclude l’esponente di FDI-AN - allontanando i cittadini dalla politica attiva».