Povertà: una realtà celata, ma sempre più diffusa fra le famiglie italiane

A Peschiera sono 228 le persone che ogni giorno mangiano grazie alla Caritas

Ben 77 nuclei famigliari, per un totale di 228 persone, e tre o quattro neonati.

Questi i numeri di coloro che a Peschiera utilizzano il Banco di Solidarietà della Caritas, che distribuisce gratuitamente alimenti. «La distribuzione avviene una volta al mese; arriviamo a distribuire cibo per un quantitativo di 30.000 euro annui – racconta Enzo Casati, responsabile del progetto. «Venuti a conoscenza di persone bisognose, le incontriamo e verifichiamo lo stato di bisogno, e in seguito distribuiamo loro borse di cibo. La distribuzione avviene di casa in casa, per dimostrare maggiore solidarietà e dargli modo di aprirsi: perchè la nostra speranza è che escano dalla loro condizione, come spesso questo è avvenuto. Ci sostituiamo ad un buon vicinato, che purtroppo s'è perso». Una realtà degna di nota, che da oggi ospita sempre più italiani: «Una buona maggioranza sono sempre stati italiani, tutti residenti a Peschiera. Tuttavia, le richieste di italiani sono aumentate dal 2008 con la crisi del lavoro». Ed è una povertà che aumenta sia in numero, che in difficoltà: «Il numero dei poveri è aumentato, e chi era povero ora è sempre più povero», conclude Casati. Ma il Banco di Solidarietà non è l'unico progetto della Caritas: nato nel 2004, il Centro di Ascolto è un punto di osservazione delle nuove povertà e dei disagi, per prevenire e intervenire. «Disoccupazione, lavoro irregolare, cassa interazione, problematiche famigliari, alcool – racconta la signora Menni, responsabile del Centro di ascolto Caritas - questi i principali problemi di coloro che chiedono aiuto, che hanno tra le più diverse richieste, dal posto di lavoro all'abitazione, dalla baby sitter a un semplice supporto morale». E, anche in quest'ambito di aiuto, si denota un aumento delle richieste (del 27%) e della presenza di italiani, «spesso, gli italiani hanno più pudore e vergogna. Ad esempio, nel servizio di distribuzione dei vestiti, vengono quando si sta chiudendo, per non essere visti – conclude Menni - ma noi crediamo che nessuno si debba vergognare di affrontare i propri problemi».

Elisa Murgese