Sequestrò e incendiò un bus con a bordo 50 ragazzi sulla Paullese; adesso il pm chiede 24 anni di carcere per Osseynou Sy

Il 20 marzo 2019 l’autista senegalese attentò alla vita dei ragazzi, di una insegnate e una collaboratrice. Per il pm Luca Poniz fu un atto di terrorismo. Lucente: «Ci auguriamo tutti che la pena per lui sia comparata a quello che ha fatto»

Era il 20 marzo 2019 quando Ousseynou Sy, autista senegalese allora quarantaseienne in servizio presso le Autoguidovie di Crema, cercò di sequestrare un pullman con a bordo 50 studenti dopo averlo dato alle fiamme mentre si trovava sulla strada Paullese all’altezza di Peschiera Borromeo. L’intento del folle gesto era condurre il mezzo all'aeroporto di Linate e compiere una strage forse ancora peggiore per “vendicare” i morti in mare nel canale di Sicilia. L’attentato fu sventato grazie alla prontezza di alcuni ragazzini che riuscirono a far pervenire la notizia dell’incombente pericolo alle Forze dell’Ordine. Ad oltre un anno dall’accaduto, il pm Luca Poniz ha chiesto che al reo siano comminati 24 anni di carcere; Poniz sostiene che il gesto non sia riconducibile a “semplice” sequestro di persona, ma che l’azione criminale sia da ricondursi ad un atto di terrorismo. 
Esclusa l’insanità mentale dell’imputato, attenuante persino abusata in processi di questo genere, Poniz nella requisitoria ha spiegato che «Il nostro timore erano scenari pericolosi. Abbiamo indagato su possibili collegamenti con organizzazioni terroristiche, che sono stati esclusi». La vita di Sy, giunto in Italia 15 anni or sono, è stata definita fino a quel momento «serena e normale»
Il gesto folle dell’autista senegalese, che solo grazie ad un atto di eroismo di due ragazzi non si trasformò drammaticamente in una strage di innocenti, fu premeditato: Il giorno prima si era procurato le catene per bloccare internamente le porte del bus ed impedire la fuga ai presenti; aveva quindi personalmente cosparso i pavimenti con due taniche di benzina, appiccando fuoco al momento del fermo effettuato dai Carabinieri. La sua azione era stata preceduta, tre giorni prima, dalla pubblicazione su YouTube di un video in cui – secondo le parole del pm – «farneticava sul fatto che voleva vendicare i migranti morti in mare». Inoltre, tutti i presenti nel bus furono ammanettati con fascette di plastica e minacciati con un coltello ed una pistola, poi rivelatasi un giocattolo.
Adesso Sy rischia 24 anni di carcere: le accuse che pesano sul suo capo sono pesantissime. Strage, incendio doloso e sequestro di persona a scopo di terrorismo; queste le principali, sulle quali la Corte d’assise dovrà esprimersi il prossimo 15 luglio, data in cui è fissata la sentenza.
«Ricordiamo - dichiara Franco Lucente, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia - tutti molto bene quel giorno carico di ansia e disperazione in cui Ousseynou Sy,sequestrò e dirottò un pullman con a bordo una cinquantina di allievi, due maestre e una bidella della scuola media Vailati di Crema. Oggi questa persona assiste all'udienza del suo processo voltando le spalle all’Aula: questo è il rispetto che dimostra alle istituzioni e a coloro ai quali ha fatto del male. Ci auguriamo tutti che la pena per lui sia comparata a quello che ha fatto, tanto più che la perizia psichiatrica ha stabilito che Sy era pienamente capace di intendere e di volere e ha tentato "in maniera del tutto consapevole" di compiere un attentato».

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