Quest’anno, per la prima volta, le Nazioni Unite hanno proclamato il 20 marzo come la Giornata Internazionale della Felicità, perchè solo aumentando il benessere delle persone si può ricominciare a crescere e a costruire un’economia più giusta. 

Il prodotto interno lordo è stato a lungo il metro con cui misurare le decisioni economiche e politiche dei diversi Paesi, ma non tiene conto dei costi sociali ed ambientali del progresso. La crisi mondiale che stiamo attraversando dimostra come non abbia più senso a livello economico un modello di sviluppo legato principalmente sul Pil, un indicatore economico che obbliga a duna crescita inarrestabile su un pianeta con risorse limitate, ma il vero progresso si deve misurare sullo stile di vita delle persone, la salute, l’educazione, il riconoscimento del valore delle donne e degli uomini, sul  benessere psicologico dei cittadini. E’ questa la vera felicità.