Esselunga, Safra e sindacati chiamati a raccolta dalla Provincia. Verrà aperto un tavolo di confronto per trovare una soluzione ai problemi lamentati dai lavoratori dei magazzini di Limito

E' stata approvata dal Consiglio provinciale l'apertura di un tavolo di confronto tra Esselunga, il Consorzio cooperativo Safra e i rappresentanti dei lavoratori per trovare una soluzione alle proteste dei lavoratori dei magazzini generali di Limito. E' questo il risultato di un ordine del giorno approvato ieri e sottoscritto anche dai consiglieri del Pd, Diana De Marchi e Giorgio Cazzola.

«L'apertura del tavolo - spiegano i consiglieri del Pd - è finalizzata a cercare di arrivare presto ad una soluzione per gli operai che da due mesi hanno organizzato un presidio permanente per denunciare le pesanti e difficili condizioni di lavoro». Dopo le iniziali rivendicazioni contro le difficili condizioni di lavoro, i sindacati hanno spostato la protesta sul piano dei licenziamenti, visto che Safra ha licenziato 11 persone con la motivazione di scarso rendimento. Secondo i Si-Cobas, però, i licenziamenti sarebbero avvenuti per fermare la mobilitazione dei lavoratori delle cooperative.

«Nei giorni scorsi siamo andati a Pioltello – spiegano i consiglieri del Pd, Diana De Marchi e Giorgio Cazzola – a parlare con i lavoratori per capire che cosa si poteva fare per cercare di aiutarli in questi momenti particolarmente difficili. Vivono una situazione spaventosa, visto che sono soggetti a un lavoro a chiamata che lascia, in modo arbitrario, alcuni operai a casa per molte settimane. Ciò non garantisce un reddito sufficientemente stabile anche a chi, da anni, carica e scarica le merci dell’Esselunga. Quasi un ‘caporalato’ che va assolutamente combattuto». L'apertura del tavolo provinciale è una garanzia per il futuro degli operai. «Siamo soddisfatti – concludono i consiglieri De Marchi e Cazzola - di essere riusciti a portare all’attenzione del Consiglio questo problema e di aver aperto uno spiraglio che potrà, speriamo presto, dare una risposta alle difficoltà dei lavoratori». 

Adele Meltemi