A identificare il relitto croato, anche un esperto sub rodanese

Rodano, sub, relitto, kapitan diederichsen

C'è anche Rodano nella spedizione subacquea italiana che ha svelato il mistero della Kapitän Diederichsen. Nel 1944, la motonave da carico Sebastiano Venier II, in fase di costruzione nel cantiere navale di Trieste, fu requisita dalla marina tedesca e ribattezzata Kapitän Diederichsen. Avrebbe dovuto svolgere un lavoro importante, di rifornimento degli avamposti militari in Grecia. Salpato da Pola, non superò l'agguato tesogli dai caccia-torpedinieri francesi, e affondò nell'Adriatico, in un punto imprecisato al largo della Croazia. Del relitto non si seppe più nulla, fino a quando alcuni sub croati non l'hanno localizzato vicino all'isola di Premuda, a 66 metri di profondità. Da qui la necessità di identificare con esattezza il relitto. La spedizione è stata organizzata, a settembre, dalla Nautica Mare Dive Team, con la partecipazione del sub di Rodano, Pesenti Gioele, che gestisce un negozio e organizza corsi di subacquea a Pioltello. «Queste sono immersione dal carattere scientifico, che richiedono un grande lavoro di preparazione. Le immersioni sono state fatte con la strumentazione necessaria per espletare i rilievi tecnici su tutti i 130 metri di lunghezza della nave, dalla durata di 30-40 minuti, oltre alla lenta risalita di decompressione. Il nostro obiettivo è quello di far rivivere momenti della storia, ma anche aprire la strada a tutti quelli che vogliono vivere l'emozione dell'esplorazione dei relitti inabissati, avendo sagolato l'intero relitto. Ho provato grande emozione nell'essere stato il primo a scendere per legare la cima e permettere così la discesa agli altri»

Owen Belli