Giovanni Di Pasquale replica alle osservazioni emerse su Facebook: le piste ciclabili realizzate dalla precedente Amministrazione non erano sicure

L’assessore Di Pasquale chiarisce: «A mio parere si parte da un assunto che trae in inganno fin da subito, ovvero, che San Donato in passato fosse una città amica delle biciclette. L’aver tracciato delle righe in terra a lato strada senza preoccuparsi della sicurezza dei ciclisti e senza coordinarli con razionalità con il traffico veicolare e pedonale, come avvenuto in via Gramsci, a molti sandonatesi è sembrato una mera azione di propaganda – spiega e prosegue l’Assessore –. La nostra scelta di cancellare la riga in terra di viale De Gasperi è consequenziale a una valutazione di rispetto delle norme in materia. La pista così congegnata era scarsamente utilizzata e presentava un alto tasso di pericolosità in un tratto di strada, tra l’altro, costeggiato da una vera pista ciclabile che si snoda tra gli alberi del viale». L’Assessore chiarisce inoltre che il progetto delle biciclette gratuite, avviato dalla precedente Amministrazione, si è rapidamente rivelato fallimentare, in quanto buona parte dei mezzi è stata rubata quasi subito e gli altri hanno avuto un utilizzo irrisorio. Osservazioni immotivate quindi quelle riportate dal gruppo “La San Donato che vorrei” e, a conferma di ciò, l’assessore Di Pasquale illustra l’attuale impegno della Giunta in materia di mobilità sostenibile: «Confermo che i lavori per la realizzazione della pista ciclabile tra San Donato e San Giuliano sono già stati appaltati e che la gara per l’ampliamento della stazione delle biciclette è stata aggiudicata. Ricordo come il nostro Pgtu (Piano generale del traffico urbano, ndr) abbia affrontato con attenzione il sistema di mobilità cittadina indicando, tra le soluzioni in cantiere per il futuro, una corsia ciclabile tra il Policlinico e il terminal della metropolitana, un’operazione che chi si dichiara amico delle biciclette si è guardato bene dal realizzare, preferendo investire su interventi di marketing».

Greta Montemaggi