La crisi di Afol non riguarda la nostra sede

Un personale di 200 dipendenti circa, sparsi a Milano e in Comuni tutt'attorno al capoluogo lombardo, rischia di andare incontro a un taglio di produttività, che tradotto significa licenziamento. E a San Donato? Qui ha sede l'Afol Sud Milano, ente nel quale sono confluiti gli ex Centri per l'impiego del territorio, di Corsico e Rozzano. Sulla scia di notizie che davano dispersi nella “bufera” occupazionale anche i dipendenti sandonatesi, ci siamo recati negli uffici di via Parri, pronti a raccogliere le testimonianze di lavoratori sull'orlo della mobilità. Ci siamo invece trovati faccia a faccia con il sorriso del vicedirettore della sezione, Lucia Fontanella. Nessuna minaccia, stando alle parole dei vertici dell'ente, per il personale sandonatese, che gestisce, oltre ai soliti programmi di reinserimento nel lavoro e formazione, anche la Civica Scuola d'Arte e il Civico Istituto musicale. «Il problema riguarda Milano. Noi contiamo, tra i nostri enti aderenti, la Provincia solo in minima parte, il resto è dei Comuni» dice Fontanella. Falso allarme, secondo il direttore Michele Cafagna: «Non ci sono lavoratori a rischio qui, solo normali contratti in scadenza. Attualmente abbiamo quattro operatori a tempo determinato fino al dicembre 2010. Il nostro lavoro è legato ai progetti che di volta in volta attiviamo, perciò non possiamo fare grandi previsioni e scegliamo forme contrattuali poco solide, affidando molti compiti ai consulenti». Un settore strutturalmente precario? Sta di fatto che la crisi nelle agenzie del lavoro, tra cassintegrati, disoccupati e ricollocati, paradossalmente vede ampliarsi lo spettro dei propri interventi.

Sara Marmifero