Licenziata per troppa malattia

Perde il posto di lavoro dopo aver subito un’operazione all’anca

Essere licenziata a 51 anni dopo aver fatto una delicata operazione all’anca e aver tentato di tutto per non perdere il posto di lavoro è una storia veramente toccante. Soprattutto in questo periodo di crisi economica che sta travolgendo il nostro paese. È quello che è successo a Elsa Valier, dipendente a tempo indeterminato della società “Isolabella srl”, a cui l’Eni ha dato in appalto il servizio di pulizia degli uffici, che da un giorno con l’altro si è vista perdere l’unico sostentamento economico che possedeva e che ora è in causa, assieme all’avvocato Furfari della Cgil, al fine di dimostrare le sue ragioni.
“Da 9 anni facevo le pulizie dalle 6.00 alle 8.30 di mattina e dalle 18.00 alle 21.00 di sera per 700 euro al mese presso il Quinto Palazzo Eni - ha raccontato Elsa - poi sono subentrati dei problemi di salute e sono stata costretta a dividermi tra casa e ospedali. Il mio contratto prevede la possibilità di stare in malattia complessivamente 12 mesi su 36. Io essendo stata a casa quasi un anno per via del mio problema all’anca ho provato quindi con più raccomandate a chiedere i conteggi e, il 12 dicembre 2008, a causa del mancato riscontro dell’azienda, ho richiesto i 4 mesi di aspettativa non retribuita nella misura in cui mi fosse terminato il computo dei giorni per la malattia, al fine di avere il periodo necessario per riprendermi da una delicata operazione avvenuta in data 16 gennaio 2009 e al contempo non perdere il posto di lavoro. L’aspettativa non retribuita mi è stata concessa con una raccomandata del 27 febbraio a far data dall’1 marzo. Io invece dopo un mese già mi sentivo meglio ed ero pronta a riprendere il lavoro. Ho chiesto quindi in data 21 marzo di rientrare ma tre giorni dopo ho ricevuto notizia del mio licenziamento per aver superato il termine di assenza dovuta alla malattia”.
La signora, che è separata e vive insieme ai suoi 5 gatti in una casa in affitto a San Giuliano,  all’improvviso sta vivendo una situazione che fino al giorno prima le sembrava tranquilla e limpida, e che invece si è trasformata in un incubo. Ad appoggiare Elsa sono intervenuti i delegati Filcams Cgil di Isolabella e quelli Cigl divisione E&P. “Abbiamo fatto insieme tre presidi ad inizio aprile – ha continuato la signora - due davanti al quinto palazzo Eni e uno in via Agadir. Spero di aver scosso l’opinione pubblica e che qualcosa si muova”.
Intanto, il 30 aprile, la questione sarà discussa in udienza davanti al giudice del lavoro di Milano, il dottor Cincotti, dove le parti potranno spiegare le proprie ragioni in merito alla vicenda.