Malalai Joya contro i talebani e la guerra

La giovane afghana che anela ai diritti del suo Paese è venuta a San Donato

Eletta a soli 26 anni nel Parlamento Afghano, Malalai Joya ne fu cacciata illegalmente nel 2007 a seguito di un suo coraggioso intervento, in cui denunciò i crimini dei signori della guerra, che ancora oggi guidano l'Afghanistan. Da quel giorno, vive sotto scorta, ed è già stata vittima di quattro attentati. Ma questo non la spaventa, e continua nella sua lotta per i diritti del suo popolo, in particolare delle donne. Ecco cosa ci ha raccontato, in un’intervista che ci ha rilasciato a San Donato, dopo un incontrato con gli studenti dell’Omnicomprensivo.


Com'è vissuto in Afghanistan l'intreccio tra Islam e vita politica?
La maggior parte della gente del mio paese non ha nessun problema con l'Islam: i problemi sono relativi a come la religione è intesa dai talebani e dai signori della guerra, che guidano l'Afghanistan, che mischiano la religione con la politica e la usano come un'arma contro le donne e contro la gente.

Qual è il suo punto di vista sul burqa?
Per me, il burqa è il simbolo di un'oppressione: un sudario da mettersi addosso per sempre. Ma vestire il burqa o il velo è una questione personale e sono contraria a chiunque imponga di metterlo o di non metterlo, come fanno tuttora i talebani e i signori della guerra che governano il mio Paese.

E in generale, com'è la condizione della donna in Afghanistan?
La condizione della donna è stata la buona scusa per invadere il Paese da parte degli Usa e della Nato. Attualmente, continua a essere drammatica: i numerosi casi di stupro e violenza domestica non sono puniti, ma fomentati dal regime misogino al potere.

Eppure ci sono 25 donne in Parlamento...
Sì, ma hanno un ruolo controproducente per i diritti delle donne: buttano polvere in faccia al mondo, riguardo alla condizione delle donne.

La condizione delle donne afghane è sempre stata questa?
Negli anni '70 e '80 avevano più diritti. Poi, è stata una lotta continua, in cui molte donne hanno perso la vita. Oggi, per un signorotto locale è più facile ammazzare una donna che non un uccello: in entrambi i casi non gli succederebbe nulla.

Elisa Murgese