Ragazzi di oggi che inscenano giovani di ieri

Il gruppo scout Borgolombardo presenta "Gli anni di piombo" una breve rappresentazione teatrale allo scopo di far rivivere al pubblico il ricordo di quegli anni.

Venerdì 9 marzo, presso la Parrocchia dell'Incarnazione a San Donato Milanese, Il Clan "Rosa dei Venti" del sangiulianese Gruppo Scout Borgolombardo I ha presentato in anteprima mondiale "Gli Anni di Piombo", una breve rappresentazione teatrale messa in scena con lo scopo di far rivivere al pubblico presente il ricordo vivo di quel periodo. Gli Anni di piombo comprendono l'arco temporale che va dalla fine degli anni Sessanta all'inizio degli anni Ottanta. Nell'immaginario collettivo molti associano questo periodo alle imprese di alcune organizzazioni extraparlamentari di sinistra (Lotta Continua, Movimento Studentesco) o realmente terroristiche come Prima Linea e le Brigate Rosse. Organizzazioni che si contrapponevano a quelle di estrema destra rappresentate dal cosiddetto Terrorismo nero o stragismo di destra. L'idea concepita dal Gruppo Scout, di inscenare questa rappresentazione teatrale, nasce dal desiderio di muovere la coscienza della maggior parte dei giovani che oggigiorno, a differenza delle generazioni passate, sono passivi, inconsapevoli di tutto ciò che li circonda. «Era importante - dice Matteo Santinelli, membro del Gruppo Scout - cercare di fare rivivere ai presenti quei momenti del passato che in molti hanno scordato, non hanno vissuto o hanno ignorato. Noi siamo un Gruppo Scout e come tale, uno dei nostri valori principali è quello della comunità e proprio in tal senso abbiamo cercato di portare a compimento questa rappresentazione teatrale, rispettandone i principi basilari. Il nostro intento è quello di schieraci a favore di manifestazioni di questo tipo che non hanno colori politici, allo scopo di trasmettere un'informazione pulita e corretta». Tra le tante testimonianze, siamo riusciti a raccoglierne una di rilevante importanza, quella di Luciana Bocchi, un'anziana signora che quel periodo lo ha vissuto intensamente: «Quegli anni furono una cosa tremenda, non so fino a che punto si sia potuto parlare di giustizia. Lavoravo alla Upim di via Dante, a Milano, e ricordo ancora la violenza delle lotte, gli espropri proletari all'interno dei negozi, le cassiere spaventate, le persone calpestate a terra; un vero incubo!».
Insomma, questa rappresentazione teatrale è stata senza alcun dubbio una bellissima idea, un motivo in più per ricordare la storia del passato, perché in fondo, come dice De Gregori in una sua celebre canzone: «La storia siamo noi, nessuno si senta offeso... la storia siamo noi, nessuno si senta escluso... Quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare, ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare...».
Giancarlo Capriglia