Alla base dell’esecuzione ai danni del 38enne sangiulianese ci sarebbe un folle desiderio di vendetta

Vanno chiarendosi le circostanze che hanno portato alla morte di Saverio Luca Verrascina, l’operaio 38enne di Zivido ucciso a colpi di pistola il 10 gennaio scorso.

Già nella giornata di ieri gli inquirenti avevano fermato un sospetto, l’operaio 25enne di Caselle Lurani Giuseppe P. che, dopo una nottata di interrogatori, ha fatto parziali ma concrete ammissioni. Il giovane arrestato sarebbe infatti uscito molto malconcio da una lite avuta qualche giorno fa con Verrascina, probabilmente legata a un debito di droga non pagato che l’assassino avrebbe contratto con la vittima. È stato così che, nei giorni successivi, il 25enne ha covato un forte desiderio di vendetta e, nella serata del 10 gennaio, ha raggiunto l’abitazione di Verrascina portando con sé una pistola calibro 22. Dopo un breve alterco, l’operaio lodigiano avrebbe quindi esploso i tre colpi per poi darsi alla fuga e sbarazzarsi dell’arma, non ancora rinvenuta dai Carabinieri.

Redazione Web