Civesio garantista: «Insieme siamo Forti!»

«Ho appreso la vicenda di Chico Forti sei mesi fa, da un amico che girava film a Miami con lui. Sono rimasto scioccato dall’ingiustizia che ha colpito quest’uomo e turbato dal fatto che in Italia nessuno stia cercando di aiutarlo; certo, i familiari di Chico e i suoi amici di Trento, si. Ma troppi non sono a conoscenza di questa storia».
Sono le parole di Thomas Salme, fotografo norvegese residente da anni nella frazione di San Giuliano Milanese, Civesio. 

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«Non bisogna essere un avvocato per capire che Chico sia stato mandato in galera con un inganno», dichiara Salme. “Un clamoroso errore giudiziario”, così lo definiscono i sostenitori di Enrico Forti, “Chico” per gli amici, trentino, classe 1959, dal 15 giugno 2000 condannato all’ergastolo da una giuria popolare della Dade County di Miami (USA), dopo un processo di ventiquattro giorni. L’imprenditore si è trovato invischiato in un caso intricatissimo, di quelli a cui, in genere, siamo abituati ad assistere solo al cinema. Il sito www.chicoforti.com spiega per filo e per segno la vicenda, dall’antefatto al triste epilogo, soffermandosi su tutte le ambiguità giudiziarie che lo hanno caratterizzato. Ciò che balza all’occhio, secondo quanto riportato sul sito, è la facilità con cui una sentenza così pesante, tanto da ritenere Forti colpevole di omicidio, sia stata emessa. Pare, infatti, che le prove non fossero affatto sufficienti; i familiari e gli amici di Forti nutrono numerosi dubbi in merito alla fondatezza delle stesse. Non solo: i sostenitori del condannato mettono anche in evidenza quella che parrebbe una vera e propria serie di “diritti negati e regole violate”. «Dopo essermi messo personalmente in contatto con Chico – afferma Salme – sono ancora più convinto della sua innocenza. Lui è forte e non molla. È stato in galera per 12 anni ed è padre di tre bambini. È incredibile che abbia ancora fede nella giustizia!!!».31-07-2011_0473aa Non è questa la sede per stabilire se Forti sia innocente o colpevole. Ma la campagna “pro Forti libero” nata a Civesio, volendo richiamare l’attenzione su un caso su cui, probabilmente, non è stata fatta abbastanza chiarezza, è degna di essere illustrata. «Ho raccontato la storia di Chico ai ragazzi e alle ragazze di Civesio e ho mostrato loro il sito internet che racconta come sono andati i fatti – riferisce Salme –. Dobbiamo fare qualcosa. Prima di tutto, non dimenticarci di lui, mai. E continuare a lottare. Se tutti facciamo del nostro, sono certo che lui sarà liberato. Insieme siamo forti! Abbiamo bisogno che i media scrivano di lui». Così, come spiega Andrea Petruzzella, membro del Comitato cittadino frazione Civesio, «ragazzi e adulti civesini, dopo essersi argomentati, hanno deciso di manifestare solidarietà nei confronti di  Forti, facendosi fotografare con una maglietta riportante il logo: “Free Chico Forti”. Ora, le foto stanno facendo il giro di Facebook e alcune sono state condivise sul gruppo “Chico Forti: un innocente condannato all'ergastolo!!”, con l'obiettivo di informare sempre più persone. Speriamo – si augura Petruzzella – che l'iniziativa prosegua nelle prossime settimane e nei prossimi mesi con altri cittadini e amici di Civesio». «La mia idea – conclude Thomas Salme – è anche quella di realizzare un calendario, in cui Forti scriva qualcosa per ogni mese del 2012. Io scatterò le foto; Chico è già d’accordo. Inoltre, sto lavorando a un piccolo video musicale che pubblicherò a settembre. Forse il contributo di Civesio è una piccola cosa, ma è proprio a partire da una piccola cosa che si può raggiungere un grande risultato».

Novella Prestigiovanni