FederFauna, a questo proposito, critica duramente gli animalisti e la Forestale, che al tempo del sequestro dei cani “avevano fatto un gran can can per far adottare i cuccioli e per apparire come eroi di fronte all'opinione pubblica”. “Oggi i siti web - denuncia FederFauna - sono pieni di segnalazioni di persone arrabbiate e disperate, invitiamo quindi quanti abbiano subito danni a sporgere denuncia querela verso i responsabili”.
Enpa si giustifica dicendo che tutti i neo proprietari erano stati avvisati al momento dell’adozione, questo però non risulta assolutamente dalle dichiarazioni di parecchi di loro. “Mi hanno solo consigliato una visita veterinaria e un esame delle feci per verificare la presenza di vermi o coccidi”, confida D.R., di Peschiera Borromeo, una delle sfortunate persone incappate in questa situazione. “Ho portato il cane a casa sabato, domenica sera era già in fin di vita”.
“Quando ho chiamato l’Enpa per spiegare che il cane stava male, e per ricevere aiuto, mi è stato risposto che era inutile chiamare loro, perché i prezzi delle prestazioni veterinarie presso la loro struttura erano esattamente pari a quelli del mio veterinario”, racconta un altro protagonista, suo malgrado, della triste vicenda.
I cuccioli, secondo i veterinari che hanno cercato di curarne alcuni, avrebbero dovuto essere tenuti sotto osservazione per minimo una ventina di giorni e non era assolutamente indicato procedere con l’adozione, visto che erano privi di vaccinazioni e non si sapeva da quale situazione igienico sanitaria arrivassero. Molti di loro non avevano nemmeno ultimato lo svezzamento e in questi casi purtroppo l’amore non basta, ci vuole un certa dose di esperienza.
Forse quello che disturba di più è il fatto di non aver ricevuto nessun tipo di assistenza nel post-adozione e nel momento della difficoltà, da parte di un associazione come Enpa, che sicuramente aveva le strutture e le conoscenze necessarie per evitare questa spiacevole odissea.

Erica Lampognani