“Quel pediatra non lo vogliamo, porta malattie ed extracomunitari”

Un condominio fa guerra ad un medico perchè arreca disturbo. Pazienti accompagnati nello studio.

I condomini di Via Milano 18, per impedire il lavoro della Dottoressa Giuliana Rossi - pediatra di uno studio privato, convenzionato con il comune, accusata di arrecare danni alla palazzina per il continuo passaggio di bambini –, hanno messo sotto chiave l'ascensore e le scale condominiali. La Dottoressa, trasferitasi da un paio di mesi, è accusata di abusivismo, nonostante il regolamento condominiale vieti “ambulatori” e “studi per malattie infettive e contagiose”, e non uno “studio  privato professionale”.

Alcuni condomini hanno intrapreso un'azione volta a rendere meno agevole l'accesso al suo studio pediatrico, impedendole di esporre una targa sul cancello d'ingresso e mettendo sotto chiave ascensore e scale.
«L'istallazione delle chiavi fu fatta in modo abusivo, una decisione presa fuori da ogni assemblea condominiale – spiega Paolo Bressan, marito della Dottoressa – Per regolarizzarsi, ne hanno discusso nell'assemblea del 19 novembre, dove a maggioranza hanno votato a favore, nonostante avevamo proposto di assumerci spese maggiori di manutenzione e pulizia, per l'utilizzo dell'ascensore da parte degli assistiti». I condomini si lamentano dei rumori prodotti dallo studio, nonostante un sistema su appuntamenti impedisca l'accumulo di persone, e temono il proliferarsi di malattie. «Hanno richiesto la sanificazione dell'ascensore a mie spese», racconta la Dottoressa. Intanto, il servizio pubblico da lei svolto, subisce disagi, e la obbliga ad assumere una ragazza per permettere ai suoi pazienti di entrare e uscire dal palazzo. «Io non capisco, mi sembra che si sia ribaltato il mondo. Quando abitavo a San Donato, avevo un medico nel mio palazzo, ed ero felice di questa comodità. Mai mi sarebbe venuto in mente di denunciarlo per il lavoro che svolgeva». Inoltre, lo stabile è a rischio sicurezza, poiché rende impossibile l'accesso a qualunque persona esterna, anche medici di pronto soccorso, qualora ce ne fosse la necessità. «Abbiamo ricevuto la lettera di una paziente straniera, che dichiarava di aver sentito i condomini lamentarsi per la presenza di molti extracomunitari. Xenofobia, razzismo, l'extracomunitario visto come il portatore delle malattie – conclude Bressan – Queste le reali ragioni». Intanto, lo studio è in attesa della risoluzione in Tribunale, che dovrebbe avvenire attorno al prossimo settembre. I condomini hanno rifiutato ogni tipo di dialogo, sicuri di poter cacciare la Dottoressa Rossi che, tra molti disagi, continua nel suo prezioso lavoro.

Elisa Murgese