Adriano Alessandrini, il sindaco-manager: «Io non faccio politica, amministro la città»

Ma la cittadina alle porte di Milano non è solo questo. La nostra redazione ha incontrato il sindaco Adriano Alessandrini con cui abbiamo ripercorso brevemente le tappe fondamentali della sua carriera politica.

Quando e come è nato il desiderio di entrare in politica?

Dopo sette anni di esperienza a Barcellona nell’azienda informatica paterna, al mio rientro in Italia ho toccato con mano la grande differenza tra la realtà italiana e quella spagnola e da lì è nato il desiderio di offrire il mio contributo concreto alla città in cui vivo da sempre: Segrate. Così ho iniziato, nell’amministrazione Colle, prima come assessore allo Sport e poi ai Lavori Pubblici. Successivamente Colle ha visto in me la persona giusta a cui consegnare il testimone e mi ha proposto come candidato sindaco, con l’impegno di portare avanti quel processo di trasformazione di Segrate da anonimo Comune dell’hinterland milanese a città con una precisa identità.

Parlando con lei si avverte la sensazione di rivolgersi, più che a un politico, a un manager di una azienda privata…

Probabilmente sì, io non “faccio politica”, amministro la città, come un manager dirige un’impresa. Alla mia formazione ha contribuito molto la mia esperienza lavorativa nell’azienda paterna dove ero sempre il primo a entrare e l’ultimo a uscire. Ho fatto di tutto, anche i lavori più umili non mi spaventano, per me vale il detto che “il lavoro nobilita l’uomo”. A Segrate credo di avere dimostrato in tutti questi anni che si può lavorare bene e in modo trasparente anche nel pubblico.

Torniamo al processo di trasformazione di Segrate.

Sì, fin dall’inizio mi ero posto l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di tutti i segratesi, immaginavo una città a misura d’uomo e un Comune amico dei cittadini, sempre aperto e disponibile. Alla realizzazione di questi obiettivi abbiamo lavorato molto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Oggi Segrate ha una sua precisa identità, infatti, adesso è più facile sentire dire: «Sono di Segrate» e non di Novegro, Redecesio, Milano 2, San Felice, i tanti quartieri in cui si articola. La realizzazione di piste ciclabili, passerelle e ponti ciclopedonali ha reso i diversi quartieri più uniti contribuendo a costruire quell’identità segratese di cui parlavo prima. Però questa identità va difesa e valorizzata ancora; tra cinque anni, nel 2015, renderò nuovamente conto del mio operato, come ho già fatto nel 2005, dimostrando che quello che avevo promesso, oggi è più che realtà.

Quindi Segrate come sarà nel 2015?

Spero di vedere ultimati i tanti progetti iniziati. Quello che più mi sta a cuore è il Centroparco, circa un milione di metri quadrati di verde in pieno centro cittadino; presto sarà accessibile a piedi e in bicicletta da tutti i quartieri di Segrate e diventerà così il nuovo cuore della città. E poi la “Città del Tempo Libero” .

Si riferisce forse all’Idroscalo Center?

Sì, io preferisco chiamarla “Città del Tempo Libero” perché non si tratterà di un centro commerciale, ma di una vera città in cui trascorrere anche una intera giornata. Ha presente un Mall all’americana? Ospiterà un cinema, negozi di grandi firme come Armani, un supermercato e soprattutto offrirà nuovi posti di lavoro, si pensa fino a 6.000. Dovrebbe essere pronto nel 2014 (giusto in tempo per l’Expo 2015).

Ho letto in una intervista che intende lasciare la politica a fine mandato; è vero?

Vedremo, ci ho pensato seriamente, ma possono accadere ancora molte cose in quattro anni; sicuramente dopo due mandati non potrò più essere il sindaco di Segrate.

Cristiana Pisani