Renzi: «Un’altra Italia è già qui: costruiamola»

Da Verona parte il camper di Matteo Renzi

«Annuncio ufficialmente la mia, che è la nostra, candidatura a guidare l’Italia per i prossimi cinque anni. Un’altra Italia è già qui: costruiamola insieme, tappa dopo tappa. Adesso». Parte così il 13 settembre da Verona la sfida di Matteo Renzi, il giovane trentasettenne sindaco di Firenze, che punta a vincere le primarie interne del Partito democratico e le politiche del 2013. Su un camper toccherà le piazze di ben 108 province per portare un messaggio di rinnovamento a tutti gli italiani. Tre le parole chiave per cambiare il Paese: “Futuro, Europa e merito”, questa sarà la scommessa di Renzi e di tutti quelli che lo seguiranno. «Oggi siamo qui per dire che cosa immaginiamo per il nostro futuro. Non ci vogliamo limitare ad aspettare, vogliamo costruirlo, immaginarlo, condividerlo, esserne i protagonisti, non soltanto temerlo». Poi continua: «Non vogliamo cambiare la classe dirigente, vogliamo cambiare il destino dei nostri figli». Infine ringrazia: «Grazie soprattutto a chi adesso prova una emozione e io credo fortemente che la politica regali delle emozioni». Nessun dubbio, il suo discorso ha mosso, smosso, commosso molti. Tra i molti ci contiamo anche noi della redazione di 7giorni, in sala tra le fila dei giornalisti e fotografi. «Oggi Matteo ha citato il primo articolo della legge scout “pongo il mio onore nel meritare la vostra fiducia” – si legge nel blog di Paolo Micheli, capogruppo della lista civica Segrate Nostra –, chi come me ha fatto scoutismo sa che questo è il più grande e il più difficile da rispettare degli articoli della legge scout. Perché scuote le coscienze, perché invita a non rinviare le decisioni. Sarebbe bello e importante se tutti i politici sapessero meritare la fiducia degli elettori. Questo richiamo allo scoutismo mi ha emozionato». Alla domanda «vincerà?» risponde che, se così sarà, con lui vincerà tutta una generazione di giovani che, come lui, vuole legittimamente essere al comando, prendere le redini, stufa di aspettare che qualcuno si faccia da parte. Cosa sarà invece se perderà? «Farà quello che fanno le persone serie, non si inventerà l’ennesima formazione politica, darà una mano a chi ha vinto. Perché la sconfitta fa parte del gioco e la vera sconfitta sarebbe non provarci».

Cristiana Pisani