Scontro mortale tra un autotreno e un furgone sulla Cerca

Una distrazione o un sorpasso azzardato all'origine del devastante incidente, come racconta il conducente alla guida dell'autotreno rimasto illeso. Il camionista, accortosi in anticipo, è riuscito a frenare e a suonare il clacson diverse volte, ma non c'è stato nulla da fare per l'altro ragazzo, che neanche guardava la strada in quel momento: evitare lo schianto frontale che ha distrutto completamente la parte anteriore di entrambi i mezzi è stato impossibile. Il giovane, rimasto vivo per qualche minuto, è stato subito soccorso e aiutato con antidolorifici e calmanti, mentre ancora doveva essere estratto dalle lamiere. Le Forze dell'ordine sono state costrette a chiudere quasi completamente tutta la via Cerca, dalla rotonda di Liscate alla rotonda di Settala, sulla Paullese, per diverse ore, necessarie per ripulire la strada e a portare via entrambi i mezzi.
Tra le 2.10 circa, ora dell'incidente, e le 5 del pomeriggio, il paese è rimasto immerso in un surreale silenzio per il dolore del fratello, arrivato poco dopo l’incidente, e l'assenza delle automobili, costrette a trovare vie alternative, con gravi ripercussioni su tutto il traffico proveniente a quell'ora dalla città. «Mai avrei pensato di vedere una cosa simile qui a Caleppio» dice un testimone, nonostante sia un tratto di strada molto trafficato e pericoloso, che attraversa il centro urbano. L'incidente arriva proprio il giorno in cui il presidente della provincia di Milano, l’onorevole Guido Podestà,  è intervenuto sul tema insieme all'assessore alle Infrastrutture e Trasporti, De Nicola. Il presidente di Palazzo Isimbardi, presentando i risultati dell'Osservatorio utenze deboli, si è detto “confortato dal notevole calo degli incidenti e della mortalità sulle strade del Milanese”, sottolineando però che “è necessario tenere sempre alta la guardia se davvero vogliamo tagliare il traguardo di dimezzare gli incidenti”, cosa che sembra davvero doverosa se si guarda a ciò che è accaduto nella frazione di Settala.

Paolo Agnelli