Emma ha vinto il Festival anche grazie a me!

Luca Sala di Spino d'Adda è uno degli autori di "Non è l'inferno", brano portato alla vittoria da Emma nell'ultimo Festival di Sanremo

È di Spino d’Adda uno degli autori di Non è l’inferno, il brano che Emma ha portato alla vittoria nell’ultimo Festival di Sanremo. Si chiama Luca Sala e lo abbiamo intervistato.
 
Luca, come nasce la tua carriera?
Mi sono diplomato in flauto traverso nel 1998 al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e ho frequentato il liceo musicale sperimentale, quindi sono anche maestro di musica. A 18 anni ho cominciato a cantare e a partecipare a concorsi musicali, dopodiché ho iniziato a esibirmi in serate live nei locali con quella che è adesso mia moglie. Scrivevo però già da diversi anni con la speranza di realizzare piccole produzioni e col miraggio di Sanremo. Ora sto vedendo avverarsi tutti i miei sogni.
 
Come sei arrivato a Sanremo?
L’approdo a Sanremo è stato l’apice di un percorso durato anni. Inizialmente volevo fare l’interprete e mi proponevo quindi come cantante in tv. Quando avevo 20 anni non erano però ancora usciti i talent ed era molto più difficile farsi vedere in televisione. Ho allora messo da parte la carriera del cantante e mi sono dedicato a quella di autore e compositore. I primi provini li ho mandati a Enrico Kikko Palmosi (produttore artistico dei Modà, ndr), che è il terzo autore di Non è l’infernoinsieme a Kekko Silvestre dei Modà. Quando l’ho conosciuto, Kikko era un piccolo produttore indipendente, siamo praticamente cresciuti insieme.
 
Come è stato lavorare con Emma?
Con Emma ho avuto modo di parlare solo per telefono. Mandai il provino della canzone (voce e pianoforte) a Enrico Palmosi che lo fece sentire a Kekko dei Modà; a sua volta Kekko lo fece ascoltare a Maria De Filippi per vedere se qualche artista di “Amici” avrebbe potuto interpretare la canzone. Con nostra grande sorpresa Emma si rese disponibile e dopo averci fatto sentire la sua interpretazione decidemmo che la canzone sarebbe stata sua! Tra l’altro Emma la seguo da sempre e avevo già pensato di mandarle, prima a poi, un pezzo: la considero un’ottima interprete e a Sanremo ha saputo dare la giusta motivazione alla canzone. Basta guardarla in faccia per capire quello che vuole comunicare.

Com’è nata Non è l’inferno?
Ho scritto il pezzo, che poi è stato modificato da Kekko perché c’era l’esigenza di portare a Sanremo un tema sociale. All’inizio questa cosa mi ha un po’ infastidito, perché sapevo che il mio nome sarebbe stato oscurato da quello di Kekko. Poi però mi sono ricreduto: la sua collaborazione ha dato un valore aggiunto alla canzone, che inizialmente parlava d’amore e si doveva intitolare Se fosse inverno. Invece è diventata Non è l’inferno, un titolo che rispecchia la forte carica sociale del pezzo, che ha come tema quello della difficoltà economica, così attuale in questo momento. Tutto ciò ha permesso di accaparrarci molta critica che ha contribuito senz’altro a portare in alto la canzone.
 
Ti aspettavi la vittoria?
Assolutamente no! A settembre mi hanno detto di brindare perché la mia canzone sarebbe andata a Sanremo e già quello era per me un grande successo. Da lì a vincere… Diciamo che alla prima esibizione ho intuito una possibilità, perché ho visto Emma e gli altri cantanti e ho capito subito che lei aveva portato qualcosa di nuovo. Pensa che ci stanno arrivando complimenti per la canzone perfino dall’America, soprattutto per il sound prima ancora che per il tema trattato!
 
Sul tuo sito citi una frase di Tiziano Ferro: “Vorrei che la mia musica facesse agli altri quello che la musica ha fatto a me: sognare, riflettere, pensare”. Cos’è per te la musica?
Dico sempre che la musica è insieme un linguaggio e un bisogno. È il modo in cui riesco veramente a dire le cose, le stesse che a parole non riuscirei a esprimere nel modo giusto. Invece con la musica si percepisce subito lo stato d’animo. E poi è per me un bisogno, perché se non canto o non scrivo per un giorno o due sto male.
 
I tuoi progetti futuri?
Sto lavorando al nuovo album di Simonetta Spiri, anche lei uscita da “Amici” qualche anno fa, che sta portando avanti una bellissima carriera seppure un po’ in penombra. Sto poi collaborando, con immenso onore, a due nuovi pezzi con Mogol, una delle nostre eccellenze italiane nel campo della musica. Ma a chi mi dice: “Grande Luca, ce l’hai fatta!”, rispondo: “No, questo è solo l’inizio!”.

Lara Mikula