I lavori invadono proprietà di due cittadini

Nel primo stralcio di realizzazione della ciclabile in direzione di Pandino è presente un fosso che effettivamente risulta compreso nei mappali delle loro abitazioni. I due spinesi, carte alla mano, hanno dunque rivendicato al Comune la loro parte di colo, che corrisponde a circa un metro ciascuno, e lamentato il fatto che non sia stato richiesto l’esproprio della proprietà prima dell’inizio dei lavori, come di norma si dovrebbe fare.
«L’area al di fuori delle nostre proprietà, lungo via Martiri, era terra del conte un tempo lottizzata e resta nostra – spiega uno dei due residenti coinvolti –. Ma loro continuano a lavorarci e addirittura hanno divelto con la ruspa un muretto che avevo fatto sistemare solo un anno fa. Ironia della sorte, senza quella protezione ci sono seri pericoli di crollo di terreno sulla ciclabile stessa; mi hanno quindi chiesto di far costruire un nuovo muretto a mie spese».
L’assessore ai lavori pubblici Enzo Galbiati risponde: «L’Ufficio tecnico e il direttore dei lavori avevano stimato che il colo fosse di proprietà in parte della Provincia e in parte del Comune, quindi non dei due cittadini. Verifiche più approfondite della Provincia hanno però evidenziato che quella particella catastale risulta non assegnata. Abbiamo dunque fatto le nostre scuse e abbiamo proposto di appellarci alla legge e suddividere il colo al 50% tra confinanti, ovvero metà ai residenti e metà all’Amministrazione».
La faccenda rimane aperta. L’assessore Galbiati spera comunque che i due cittadini si mettano una mano sul cuore evitando di intralciare i lavori di un’opera pubblica che risulterà utile a tutti gli spinesi.

Lara Mikula