Spino d'Adda, il primo passo per la nuova scuola primaria

L’Amministrazione di Spino d’Adda, con il voto contrario di due gruppi di minoranza, ha adottato tra gli applausi del foltissimo pubblico, l’acquisizione dell’area su cui si realizzerà la nuova scuola primaria, nei pressi degli edifici scolastici già esistenti in viale Ungaretti. L'area viene ceduta dal lottizzante del vicino Atu 13 Pradone del Platano come standar qualitativo.

Il sindaco Paolo Riccaboni nel suo discorso introduttivo ha specificato che “stasera non si parla di Atu 13 o del Pradone del Platano, ma di scuola. Il nostro obiettivo era di acquisire alle migliori condizioni l’area per dare un futuro di educazione al paese. Il percorso è stato febbrile ed entusiasmante, e chi mi vuol mollare perché voglio realizzare la scuola mi molli. Ho ricevuto minacce in tal senso: abbandona il percorso o perdi la maggioranza, mi dissero”. Due consiglieri hanno anche abbandonato di fatto la maggioranza perché contrari alla realizzazione della scuola.
«A noi piacerebbe avere una scuola biocompatibile a impatto zero, un civic center aperto sul tessuto urbano circostante, che possa essere usato dall’intero paese e che sia in legno. Un edificio in quel materiale viene realizzato in 4 mesi: i tempi si comprimono e l’intero percorso legato alla scuola durerebbe un paio d’anni. Federlegno si affiancherà all’amministrazione nella scrittura dei bandi e nella stesura dello studio di fattibilità, in un percorso coerente. Una scuola in legno comporta poi un taglio di costi: io ho stimato una spesa di 3 milioni di euro, reperibili con Oneri di Urbanizzazione, standard e l’alienazione delle aree dell’attuale scuola primaria».
Vi è poi la possibilità di un finanziamento statale: «Il premier Matteo Renzi dà la priorità alla scuola e questo mi accomuna a lui. Mi dà speranza la sua lettera ai sindaci in cui dice che Ora la vostra e la nostra priorità è l’edilizia scolastica. Spero che ora il dettato del governo sia volto a concedere finanziamenti per gli edifici scolastici: io voglio credergli e per questo spero arrivino i contributi».
Il capogruppo di minoranza Enzo Galbiati si è detto felice di parlare del polo scolastico, “obiettivo di entrambe le liste, che prevedevano però metodi differenti di realizzazione. Noi volevamo un plesso realizzato durante l’urbanizzazione di queste aree” (contemporaneamente ad Atu 13 e Atu 18) “perché la sola Atu 13 non è sufficiente a dare al comune un plesso scolastico. Si deve pensare a un finanziamento con Oneri, con la vendita della scuola attuale e con l’avvio dell’Atu 18 per arrivare alla costruzione. Sosterrò il sindaco se riesce a costruirla, ma al momento se la può scordare, a meno che non ottenga finanziamenti statali a breve e nel caso la Provincia accolga la variante proposta. Allora si potrà fare il polo e sono tutti se”.
Il suo collega Andrea Bassani ha invitato a salvaguardare il territorio e a prendersi più tempo: «Fate la variante al Pgt, fate il nuovo Piano dei Servizi. Se, come auspica, la realizzazione della scuola prende due anni, perché tutta questa fretta per rendere effettiva l’Atu quando si poteva aspettare la variante generale al Pgt?». A suo avviso, “quel terreno resterà un campo: L’Atu 18 non basta a recuperare i fondi per la costruzione; le altre atu previste dal Pgt sono di recupero, quindi non danno troppe entrate”.
Gli ha risposto l’assessore al bilancio Luca Martinenghi: «Che fretta c’è, chiede? Noi siamo qui ad amministrare, non a perdere tempo. La scuola era nei desiderata di molti, ma non si è mai fatto nulla per realizzarla. Il terreno vergine a Spino, è vero, è limitato, quindi cederlo deve portare un beneficio a tutti».
Silvia Tozzi