Dopo i sacrifici e il rigore del governo Monti, c'è bisogno di buona politica per uscire dal tunnel di antipolitica dilagante

Lo scandalo esploso alla regione Lazio ha ulteriormente aumentato il distacco tra l’opinione pubblica e i partiti. A suon di sprechi, assunzioni facili, consulenze milionarie, il caso Fiorito è diventato una metafora dello sfascio generale, più passano i giorni e più si moltiplicano le inchieste giudiziarie in mezza Italia.

L’equazione "ci chiedono sacrifici e poi spendono i nostri soldi a fini privati" non è qualunquismo ma una banale verità. La spesa facile e senza controllo di chi oggi ricopre una carica pubblica e la scelta della classe dirigente sono due elementi a cui va posto rimedio e non è più procrastinabile. Fiorito e non solo, vedasi i casi in Regione Lombardia, oggi è diventato un simbolo di mala politica e il sentimento popolare più diffuso è quello di rifugiarsi nell’anti politica. E invece proprio la sua vicenda dimostra che al contrario ci vorrebbe buona politica. È il tempo di ridurre le spese personali di chi oggi è eletto in Parlamento o in Consiglio regionale e di una legge chiara e definitiva che stabilisca i parametri di spesa di ogni singola forza politica. Accanto a queste operazioni è il momento di ridiscutere il ruolo delle regioni. Il decentramento che pure è una necessità per alleggerire il peso dello stato centrale è diventato solo un modo per sperperare il denaro pubblico. Chi fino a qualche tempo fa parlava di federalismo inseguendo la Lega di Bossi oggi usa parole diverse. La buona politica si fa cercando di razionalizzare le funzioni degli enti periferici. Il governo Monti ha deciso di dimezzare le province italiane lasciando in piedi le regioni. La vicenda Lazio e anche le spese folli di altre regioni dimostrano che è venuto il momento di ridisegnare compiti e funzioni degli enti intermedi. Monti ha già restituito all’Italia una credibilità internazionale che il nostro paese aveva perso con il precedente governo. La sua politica di rigore e sacrifici è stata sopportata dagli italiani e si è operato per ridurre l’eccessiva spesa pubblica. Era necessario intervenire per sanare una situazione che sembrava insanabile, ma oggi la politica deve riprendere le sue funzione ed assumersi le sue responsabilità e deve continuare con le riforme specialmente quella relativa allo stato sociale, alla politica per i giovani e le classi più disagiate. Nel corso degli ultimi anni sono cadute le ideologie e sono aumentati i partiti personali. La politica non ci ha guadagnato, anzi ci ha rimesso: è prevalsa la politica del populismo, la politica-chiacchera, la politica delle forti contrapposizioni e delle contumelie e in ultima analisi dei furbetti. La deriva dell’anti politica è dietro l’angolo, gli esempi Lusi e Fiorito sono troppo recenti per dimenticarli in fretta ma solo con una politica diversa si può sperare di uscire dal tunnel.
“Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione” – Edmund Burke
Moreno Mazzola