Finalmente incrinato il fantomatico soffitto di cristallo, nasce il governo Meloni, per la prima volta una donna è Presidente del Consiglio

«Quando si vince in maniera così clamorosa pescando nel bacino elettorale degli alleati il rischio più grosso è che il più acerrimo nemico non sia l’opposizione, comprensibilmente abbacchiata e divisa, ma sia la stessa maggioranza»

Giorgia Meloni riceve l'incarico dal Presidente della repubblica Sergio Mattarella

Giorgia Meloni riceve l'incarico dal Presidente della repubblica Sergio Mattarella

Giorgia Meloni è riuscita a formare il nuovo governo, al di là dei nomi e delle competenze, prerequisito necessario ma non sufficiente, se sarà un governo di alto profilo dovrà essere  solo confermato dai fatti. Quello che si può certamente affermare è che Giorgia Meloni ha ottenuto un successo a scapito degli alleati; infatti, il numero dei votanti del centrodestra rispetto a quelli del 2018 è rimasto praticamente invariato, ci sono stati, però, dei sensibili spostamenti da un partito all’altro. Quando si vince in maniera così clamorosa pescando nel bacino elettorale degli alleati il rischio più grosso è che il più acerrimo nemico non sia l’opposizione, comprensibilmente abbacchiata e divisa, ma sia la stessa maggioranza in quanto gli alleati sconfitti nelle urne sanno benissimo che dovranno recuperare consensi sottraendoli al vincitore delle ultime elezioni e dunque si prefigurano tempi incerti. L’esempio tipico più eclatante è stato quello dell’elezione del Presidente del Senato Ignazio La Russa e, in considerazione dei prossimi appuntamenti elettorali tra i primis le elezioni regionali in Lombardia e in Lazio, è probabile che le contese interne alla maggioranza continuino. Ne consegue che il governo Meloni potrebbe soffrire di quella sindrome sofferta anche dai precedenti governi e cioè del fantomatico fuoco amico. In una situazione problematica come quella italiano questo non è di buon auspicio anche da parte di chi, come il sottoscritto, non ha votato la coalizione di centro destra. In questo critico momento, nell’interesse dell’Italia e degli italiani, tutti dovremmo augurarci che il governo, magari in continuità con quello Draghi, sia in grado di proporre ricette atte a risolvere le problematiche sul tappetto partendo dalla crisi energetica, dal caro bollette e dal posizionamento atlantista dell’Italia. A seguire abbiamo ancora grossi problemi ormai atavici come un asfittico mercato del lavoro, la lotta contro l’evasione e il buon funzionamento della pubblica amministrazione connesso ad un maggior sviluppo sul fronte della digitalizzazione. Allo stesso tempo avere un’opposizione costruttiva, pronta a rigenerarsi dopo aver governato dieci degli ultimi undici anni senza aver mai vinto un’elezione, che sappia costruire delle proposte politiche che incalzino il lavoro del governo nell’interesse ampio della cittadinanza. In una logica di alternanza, tu centrodestra governi per i prossimi cinque anni se sarai in grado di farlo, io centro sinistra farò opposizione e alle prossime elezioni vediamo cosa ne pensano gli elettori. Questo sarebbe il modo corretto per lavorare e che porterebbe, probabilmente, il riavvicinamento alle questioni politiche di quella grande massa di assenteisti che caratterizza le elezioni. Purtroppo, le primi luci dell’alba del governo Meloni fanno luce su un diverso atteggiamento, la coalizione che doveva essere preparata ha iniziato a litigare e, in accordo a quanto già successo, potrebbe esserci qualcuno che in un prossimo futuro sia pronto a dire basta non appena ne ravveda il vantaggio politico. Chi ritiene che la democrazia parlamentare intesa come un sistema basato sulle regole debba essere valorizzata, indipendentemente dal voto espresso nel segreto delle urne, deve sperare che il Governo Meloni faccia il suo dovere e tuteli l’Italia e gli italiani nel contesto europeo e atlantico, che si prodighi nel fare al meglio quello che riusciranno a fare e che l’opposizione dovrà cercare di riorganizzare la propria offerta politica presentandola in un quadro di coalizione più ampio dell’ultima proposta  cogliendo ed evidenziando anche le mancanze dell’avversario politico, poi decideranno gli elettori. Per questo, con qualche difficoltà e molto sforzo, non posso che augurare il meglio a Giorgia Meloni, che ha incrinato il fantomatico soffitto di cristallo, e al suo governo perché non vuol dire altro che augurare il meglio all’Italia e ai suoi cittadini.

“Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi.” - Enrico Berlinguer

Moreno Mazzola