La buona politica non è “vecchia” o “nuova”, è definita dalla competenza, dalla concretezza e dall'impegno verso i cittadini, il problema sono gli aspiranti politici senza scrupoli

Non è una questione anagrafica, ma di capacità, la classe dirigente è forgiata dalla selezione naturale di coloro che dimostrano di essere capaci e idonei a guidare una comunità nell’interesse di tutti preferendo il lavoro concreto alla retorica

Nel panorama politico attuale, assistiamo spesso a spregiudicati , ambiziosi  politici che, con fervore e retorica, demonizzano la cosiddetta "vecchia politica". Tuttavia, è imperativo guardare oltre le parole e scrutare le azioni di coloro che puntano il dito.

Molti esponenti che hanno fallito nell’amministrare una comunità e hanno interrotto i rapporti con i loro storici alleati per sfrenata ambizione personale e incapacità di visione strategica nel lungo periodo, oggi celano la loro inadeguatezza politica dietro il goffo tentativo di demonizzare alcuni esponenti avversari con argomenti deboli e privi di significato a tutti coloro che si aspettano di essere ben amministrati. Si ergono a paladini della modernità, ma non sono altro che gli stessi individui che sono disposti a sacrificare l'interesse pubblico sull'altare dell'ambizione personale e del desiderio di potere. Essi sono il vero riflesso di ciò che criticano.

La questione non risiede nell'etichettare la politica come "vecchia" o "nuova", bensì nell'assicurare che sia sempre orientata verso il bene comune. La buona politica non ha età; è definita dalla competenza, dalla concretezza e dall'impegno verso i cittadini. L’esperienza affiancata all’innovazione delle idee dei propri esponenti gioca un ruolo fondamentale nella capacità di analisi, permettendo di cogliere tutte le sfumature delle diverse esigenze e istanze della propria comunità che ci si candida a governare. Ben venga il contributo di tutti, la partecipazione al processo democratico dei giovani è fondamentale, come è necessario garantire loro una rappresentanza che non sia solo formale. Non è una questione di età anagrafica, si può essere lungimiranti e capaci a seconda del proprio bagaglio amministrativo e politico a qualsiasi età.

Nonostante le dichiarazioni populiste anti-establishment, alcuni esponenti attaccati ai loro privilegi, non esitano a implorare l'approvazione della cosiddetta "vecchia politica" quando serve ai loro interessi personali, non conoscono l’autocritica e non hanno l’onestà di dimettersi davanti anche a enormi fallimenti amministrativi o politici come esempio mancati finanziamenti per l’Ente che amministrano o le dimissioni di molti iscritti da un Circolo che non ne condividono più il programma calato dall'alto. Sono pronti a sacrificare i principi in cambio di un posto al tavolo del potere: convinti che basterà nascondere la propria inadeguatezza dentro il consenso del proprio leader nazionale alle prossime elezioni.

In realtà, la "vecchia politica" non è altro che una selezione naturale di coloro che dimostrano di essere capaci e idonei a guidare. Altri, invece, hanno dimostrato di non essere all'altezza di tale responsabilità e di preferire la retorica al lavoro concreto. Un esempio per tutti quello che è successo a Peschiera Borromeo negli ultimi 10 anni, esclusa la parentesi del compianto Sindaco Moretti tutti gli auto proclamati rappresentanti  della "nuova politica" non hanno inciso nell'amministrare la città, lasciando irrisolte numerose questioni urgenti, e aumentando notevolmente gli sprechi. 

Quindi, anziché demonizzare un concetto astratto di "vecchia politica", dovremmo concentrarci sulla qualità dei nostri rappresentanti e sulla loro capacità di servire veramente il popolo. La politica non dovrebbe essere una lotta per il potere, ma un impegno altruistico per il miglioramento della società.

Giulio Carnevale