Elezioni americane: Trump guida la riscossa dei petrolieri

La bomba del negazionismo ecologico sta per essere lanciata; l'opinione di Giancarlo Trigari


L'ultimo reality americano si è concluso con la vittoria di Donald Trump.
L'impressione generale è che il popolo americano sia così inondato dai prodotti televisivi di successo da perdere completamente il senso della realtà, molto diverso da quello del “reality”.
Alle due situazioni: votazioni presidenziali e “reality”, si possono muovere esattamente le stesse critiche.
Mostrano una realtà ingannevole e distante da quella che caratterizza la vita di tutti i giorni a causa della manovrabilità delle situazioni da parte della regia e degli autori.
Trasmettono messaggi riconducibili all'estetica del trash.
Donald Trump ha cavalcato abilmente questi aspetti che evidentemente caratterizzano il modo di vedere della maggioranza dei cittadini americani, sovvertendo tutte le previsioni.
Oggi si sostiene che le previsioni erano soltanto quelle dei media o incapaci di cogliere il vero orientamento delle masse o semplicemente espressione di quell'establishment che il voto ha voluto sovvertire.  
Si chiama in causa l'esigenza degli americani di cambiare ogni volta che se ne presenta l'occasione.
Per molti aspetti Hillary Clinton non può essere interpretata come la portabandiera di un grande cambiamento, tenuto conto dei suoi molteplici legami con le amministrazioni precedenti. Sicuramente sarebbe stata un grande cambiamento in quanto prima donna ad occupare la carica di Presidente degli Stati Uniti.
Ma molti osservatori sostengono che gli americani possono persino sopportare un nero alla più alta carica dello stato ma non una donna, e le votazioni hanno dato loro ragione.
I due mandati successivi dei precedenti presidenti non denunciano questa grande propensione del popolo americano al cambiamento.
Quasi tutto il mondo occidentale si era espresso in favore della Clinton per ragioni molto ovvie. In questa difficile congiuntura a livello mondiale in cui ai morsi della crisi economica si affiancano le incertezze dei molti conflitti sparsi in tutto il mondo sembrava auspicabile un presidente americano in grado di far valere la sua grande esperienza internazionale unita a doti di equilibrio che tutti riconoscono connaturati al genere femminile.
Ma non è la prima volta che il popolo americano di fronte ad un mondo in fermento si illude di potersi chiudere in se stesso in un impossibile isolazionismo che equivale a mettere la testa sotto la sabbia davanti ad una globalizzazione inarrestabile. Per poi pentirsene sulla scia degli eventi.
Sale alla Casa Bianca un rozzo cowboy che in campagna elettorale ha dato voce a tutti i più biechi mal di pancia di una classe media americana terrorizzata di perdere il livello di benessere raggiunto e che era già stata costretta a “sacrificarsi” per l'”Obamacare”, assistenza sanitaria per i meno abbienti. Per non parlare del minacciato intervento sulla libertà di armarsi e sparare, retaggio della mitologia della terra di frontiera, che sembra possedere gli americani al di là di ogni ragionevole aspettativa. Sembra impossibile al resto del mondo occidentale che un americano senza una pistola in tasca o a casa si senta molto più nudo che senza alcun vestito addosso.
Dietro ovviamente si annida la potentissima lobby mondiale delle armi, ma questo fanno finta di non saperlo coloro che accusano solo la Clinton di essere appoggiata da tutte le lobby americane e mondiali. Come fanno finta di ignorare l'appoggio a Trump della ancora più temibile lobby del petrolio che, con una ammirabile strategia, è rimasta fino all'ultimo nell'ombra e che si appresta a lanciare una controffensiva che rischia di cancellare la vita sulla terra con la bomba del negazionismo ecologico.
Cosa farà realmente Trump dopo aver disegnato scenari impossibili come muri, cacciate bibliche e via discorrendo? Per ora si è limitato a far sparire dal suo programma il divieto di ingresso agli arabi, tanto per dare un indizio ai più ingenui.
Ma per il resto nessuno lo sa, perché nessuno ha la più pallida idea di come sarà composta la squadra che ha intenzione di mettere in campo.
Una volta data mano libera ai petrolieri, ci si può aspettare che finisca per improvvisare caso per caso secondo la direzione in cui soffia il vento e veramente il mondo l'ultima cosa di cui ha bisogno sono i dilettanti allo sbaraglio che invece sembrano attrarre irresistibilmente le masse dei meno culturalmente dotati.
Lo scenario che si prospetta dopo i risultati delle elezioni americane non può assolutamente lasciare tranquillo nessuno, se si escludono petrolieri e produttori di armi, cioè i soli che sono sicuramente in grado di distruggere il mondo.