Milano, Forum della partecipazione, contestazione a Sala che replica: «Se il punto di partenza è “no allo stadio”, chi governa ha delle responsabilità»

I manifestanti sostengono quanto sia esemplare della negazione della partecipazione a Milano, il caso San Siro: «dopo un dibattito pubblico farsa, il sindaco ha cercato di negare il diritto al referendum dei cittadini, che hanno fatto ricorso e vinto contro il Comune»

I manifestanti dei Comitati cittadini pro ambiente

I manifestanti dei Comitati cittadini pro ambiente «Non prendeteci per il forum»

Milano, 19 giugno 2023. Giornata inaugurale del Forum della partecipazione, che si è tenuta oggi allo Spazio Mosso Milano di via Angelo Mosso nel corso della quale è intervenuto il sindaco Giuseppe Sala. Nel pomeriggio si è registrata una contestazione da parte dei rappresentanti di una decina di comitati cittadini, che hanno dato vita a un vivace flashmob, armati di cartelli su cui spiccava la scritta "Partecipazione a Milano? Non prendeteci per il Forum”.
L’obiettivo dei contestatori, circa una ventina di persone, è stato «protestare per il mancato ascolto delle istanze che in questi anni abbiamo rappresentato sul territorio», spiegano. Diversi i temi portati dai manifestanti: il referendum sullo stadio di San Siro; la questione del bosco di via Falck che «verrà distrutto solo perché è stato cambiato il piano di governo del territorio»; la vicenda Città Studi e il parco Bassini.

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Davanti all'ingresso della palazzina i manifestanti esibivano i loro cartelli esplicativi di come, a loro dire, sia evidente che il sindaco Sala e la sua Giunta non diano spazio alla vera partecipazione dei cittadini. «Salvo poi organizzare eventi di finta partecipazione narrata e controllata, come questo Forum e tanti altri già visti in passato. Da parte di noi cittadini che da anni cerchiamo un confronto critico con l'amministrazione, che al più finge di ascoltarci ma poi tira sempre dritta sulla strada delle proprie decisioni, la partecipazione a questo Forum può essere solo una denuncia senza filtri dell'impossibilità, a Milano, di partecipare», ha spiegato una manifestante.

Il sindaco Beppe Sala e l'assessore Gaia Romani

Il sindaco Beppe Sala e l'assessore Gaia Romani


I rappresentanti dei comitati spiegano ancora quanto sia esemplare della negazione della partecipazione a Milano, il caso San Siro. Due cartelli del flashmob ricordavano che «dopo un dibattito pubblico farsa, il sindaco ha cercato di negare il diritto al referendum dei cittadini, che hanno fatto ricorso e vinto contro il Comune». Un altro cartello ricordava il referendum con cui i Milanesi si erano espressi per la trasformazione in un grande parco dell'area Expo: «Il referendum è rimasto inattuato e nell'area di Rho-Mind è tutto cementificato!». 

«San Siro, Rho-Expo, Parco Bassini, Baiamonti, il Bosco di via Falck, questi ed altri casi citati dai manifestanti parlano della continua distruzione di aree verdi in favore di nuovi progetti di cementificazione, portati avanti dal Comune contro il parere della cittadinanza che cerca di opporsi, resta inascoltata e deve anche subire la presa in giro delle narrazioni sulla "Milano Green City" e il suo sindaco ambientalista», scrivono i manifestanti in una nota stampa.

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«La giovane assessora Gaia Romani – spiegano gli attivisti del Gruppo di cittadinanza attiva nell'iniziativa "BagnaMI,e  salviamo gli alberi di ForestaMI" -, è uscita con l'intento di confrontarsi coi cittadini ma dinanzi a questi argomenti, accompagnati da veementi proteste, un appello accorato pronunciato dalla ex consiliera comunale Patrizia Bedori, e tanti racconti circostanziati, è rimasta sostanzialmente senza parole. Il sindaco Sala, al suo arrivo, invece ha ignorato bellamente i manifestanti tirando dritto verso l'ingresso. È stato perciò seguito da un coro di proteste e di grida: "Vergogna!", "Sei un sindaco, non un re!". Un cartello del flash mob lo rappresentava - forse non a torto - con lo sguardo torvo, la corona in testa e il fumetto "Decido io"».

Il sindaco Sala si è espresso in merito alla possibilità che ci sia un margine di dialogo con i comitati: «Se il punto di partenza è “no allo stadio”, la partecipazione va bene ma poi chi governa la città deve prendersi le sue responsabilità. Credo che abbiamo fatto tanto in termini di partecipazione - ha poi aggiunto - abbiamo firmato più di cento patti con varie associazioni, però probabilmente qualcuno intende la partecipazione come “fate come dico io”, e allora è più difficile».