Food delivery: Milano e Bologna insieme a tutela dei riders delle consegne

I due Comuni capofila di un progetto per coinvolgere tutti gli enti del territorio, onde creare una “carta dei diritti” che tuteli i lavoratori delle piattaforme di consegna e i consumatori

Tajani: «Realtà ancora troppo poco normata»

Milano e Bologna insieme per chiedere più tutele, sicurezza e diritti per i “riders” delle piattaforme di food delivery. È il capoluogo emiliano la prima istituzione ad accogliere l’invito lanciato dal Comune di Milano per creare un tavolo di confronto nazionale, presso ANCI, che affronti e governi i temi e le questioni legati alla consegna a domicilio ormai praticata in tutte le principali città italiane. «L’adesione di Bologna all’appello del Comune di Milano – dichiara l’assessore milanese al Lavoro, Cristina Tajani – è il primo passo verso una collaborazione che auspichiamo più ampia con le principali città coinvolte da questo fenomeno, come Torino, Firenze e Roma, poiché ci troviamo di fronte ad una realtà ancora poco normata». Il Comune di Milano, in questi mesi, si è impegnato a monitorare il fenomeno dei rider, convocando le principali piattaforme attive in città (Deliveroo, Foodora, Glovo, Justeat e Uber eats) nonché le diverse rappresentanze di lavoratori. «All’attenzione di ANCI e di tutti i Comuni che vorranno aderire al tavolo di confronto – aggiunge Tajani - , il Comune di Milano propone l’individuazione di standard cui chiedere l’adesione delle piattaforme in materia di assicurazioni, dotazioni di sicurezza, salario equo. In cambio verrà offerta disponibilità a costruire adeguati percorsi formativi, che potranno portare al conseguimento di un “patentino del rider”. In questo verrà contemplato un particolare focus sulle norme del codice dalla strada, nonché sulle principali disposizioni di sicurezza (come caschi omologati e indumenti rifrangenti), oltre alla conoscenza delle basilari norme igienico-sanitarie per il trasporto degli alimenti».
Redazione Web

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