Lombardia, infortuni sul lavoro, pronte le contromisure

Gallera: «Con 8 milioni da sanzioni almeno 100 nuovi addetti per 1000 controlli in più l’anno»

«La sicurezza sui posti di lavoro è un tema su cui la Giunta ha massima attenzione perché è un settore su cui non si può mai abbassare la guardia» ribadiva a inizio mese il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. Dall’inizio dell’anno infatti i morti sul lavoro in Lombardia ammontano a circa una ventina, secondo le stime Ats, in numero maggiore rispetto allo stesso periodo del 2017. Su questo argomento spinoso lo scorso 20 aprile si è tenuta una riunione congiunta della Cabina di regia e del Comitato di coordinamento regionale salute e sicurezza sul lavoro, delle quali fanno parte Istituzioni, Associazioni datoriali e Associazioni sindacali, accanto alle Direzioni Generali regionali di volta in volta coinvolte per le tematiche di competenza. «Mille controlli in più all'anno e assunzione di almeno cento nuovi addetti per effettuarli, - assicura Giulio Gallera, l'assessore regionale al Welfare  - nonostante il lavoro svolto in questi anni da Regione Lombardia nell'ambito della sicurezza sui posti di lavoro sia più elevato di quanto previsto dai Lea, abbiamo deciso di mettere in campo ulteriori iniziative per rendere le nostre azioni ancora più efficaci ed efficienti. Per coprire i costi utilizzeremo gli otto milioni provenienti dalle sanzioni emesse alle imprese che hanno violato le norme di sicurezza». Del budget promesso il «30% sarà investito per l'assunzione di personale, con un ulteriore 30% per dotare il personale assunto della strumentazione necessaria per l'attività ispettiva, e il resto per la formazione di esperti con competenze specifiche». L’incontro si è chiuso con l’assessore Gallera che ha rivolto alcune richieste agli stakeholders: alle Istituzioni con competenza di vigilanza «garantire il coordinamento operativo con i servizi delle Ats»; all'Inail «rafforzare lo scambio e utilizzo condiviso di dati per la programmazione mirata degli interventi di prevenzione nei settori e nelle aziende a maggior rischio»; alle Associazioni datoriali «assicurare la partecipazione dei propri iscritti ai percorsi/piani mirati, oltre alla costante sollecitazione al rispetto delle norme di indirizzo regionale»; infine, alle Associazioni sindacali «garantire attraverso i rappresentanti della sicurezza aziendali l'impegno a una partecipazione attiva all'adozione delle misure di tutela».