Milano tra le città più inquinate d’Europa: le principali cause secondo Greenpeace

L’Unione Europea ha già previsto delle disposizioni molto stringenti in tema di efficienza energetica di impianti di riscaldamento e climatizzatori, alle quali ci si dovrà necessariamente allineare nel prossimo futuro

Negli ultimi tempi si è parlato tanto, e non potrebbe essere altrimenti, delle più recenti rilevazioni di polveri sottili a Milano e nella Pianura Padana.

Secondo ESA, Agenzia Spaziale Europea, il capoluogo lombardo è tra le città europee in cui si riscontra la più elevata presenza di polveri sottili nell’atmosfera, e a confermare questi dati è anche ARPA Lombardia, agenzia regionale a cui spetta, tra gli altri, anche quest’importante compito.

È assolutamente evidente che una rapida inversione di tendenza sia necessaria, per tutelare la salute di tutti, ma per quale motivo Milano e la Pianura Padana sono così soggette a questa forma di inquinamento?

Non è difficile avanzare alcune ipotesi (alto tasso di industrializzazione, elevata densità demografica ecc.), ma è sicuramente utile avere delle indicazioni più precise per poter intraprendere dei percorsi efficaci.

A questo riguardo si è espressa Greenpeace: la nota associazione ambientalista ha affrontato l’argomento in un apposito approfondimento, pubblicato sul suo sito Internet ufficiale, in cui è stato citato un interessante studio effettuato nel 2018 su dati ISPRA e relativo alle principali cause di smog nelle città italiane.

Quanto emerso da questo studio può quindi estendersi anche alla zona di Milano, andiamo dunque a scoprire quali sono le principali fonti di produzione di questa tipologia di inquinamento.

Impianti di riscaldamento

Al primo posto figura, peraltro con una percentuale molto netta, il riscaldamento, da intendersi sia come riscaldamento residenziale che commerciale: secondo Greenpeace, ad esso è imputabile ben il 36,9% dell’inquinamento presente nelle città italiane.

Il riscaldamento è considerato un processo indispensabile per godere del dovuto comfort tra le mura domestiche e in qualsiasi altro ambiente indoor, un processo che tuttavia, purtroppo, non è indolore, dato che l’impatto ambientale è così cospicuo.

Metropoli come Milano, ovviamente, tendono a risentirne in modo particolare, essendo abitate da milioni di persone, senza trascurare il fatto che a Nord le temperature invernali tendono ad essere più rigide rispetto ad altre zone d’Italia, ciò implica un maggior utilizzo di tali impianti.

Alla luce di questo, la principale responsabilità dei cittadini non può che essere quella di installare degli impianti di riscaldamento efficienti, appartenenti a classi energetiche elevate.

Premesso che questi dispositivi rappresentano un vero e proprio investimento, dal momento che contribuiscono a ridurre i consumi, non è affatto necessario spendere tanto per poterseli assicurare, ed è sufficiente una semplice ricerca online per rendersene conto: nell’e-commerce Emmebistore, ad esempio, si possono individuare vari climatizzatori Samsung di alta classe energetica ad un prezzo del tutto accessibile.

È utile ricordare che l’Unione Europea ha già previsto delle disposizioni molto stringenti in tema di efficienza energetica di impianti di riscaldamento e climatizzatori, alle quali ci si dovrà necessariamente allineare nel prossimo futuro; anche per questo motivo, dunque, è importante limitare già da oggi la propria scelta ai soli modelli performanti.

Allevamenti

Al secondo posto troviamo gli allevamenti, e in Pianura Padana le imprese che operano in questo settore sono molto numerose.

Secondo Greenpeace, gli allevamenti sono responsabili del 16,6% dello smog presente in Italia; non è certamente pensabile immaginare di rinunciare in toto allo svolgimento di queste attività, tuttavia è senz’altro importante che le aziende del settore adottino tutte le attenzioni del caso ed operino seguendo delle procedure rispettose dell’ambiente.

Trasporti stradali

A completare il “podio” delle principali cause di smog in Italia vi sono i trasporti stradali, da intendersi sia come veicoli leggeri che come veicoli merci: secondo Greenpeace, essi incidono in una percentuale del 14%.

Questo dato rappresenta, probabilmente, una sorpresa: quando si parla di smog e di inquinamento dell’aria, infatti, il traffico veicolare viene indicato come la causa principale, ma come visto non è così.

Sicuramente questo tipo di inquinamento ha il suo peso, i dati lo dimostrano, ma il riscaldamento incide in maniera più che doppia.

È poco verosimile immaginare che l’utilizzo dei veicoli possa ridursi in maniera drastica, ma per quel che riguarda l’inquinamento atmosferico può rappresentare un’opportunità interessante la diffusione dei veicoli elettrici.