Milano, la Giunta Sala nega la partecipazione ai cittadini: “Facciamo l’appello” scrive al Difensore Civico

Dopo oltre cinque mesi dall'inoltro di una Domanda a Risposta Immediata (DRI) presentata dai residenti, Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, sembra restare sordo alle richieste della cittadinanza.

Protesta a Palazzo Marino

Protesta a Palazzo Marino

Mialno, 7 maggio 2024. Si fa sempre più densa la tensione tra l'amministrazione comunale e i cittadini impegnati nella difesa dell'ambiente e del territorio. Dopo oltre cinque mesi dall'inoltro di una Domanda a Risposta Immediata (DRI) presentata dai residenti, Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, sembra restare sordo alle richieste della cittadinanza.

La possibilità di presentare domande di questo tipo, in passato riservate esclusivamente ai consiglieri, è stata introdotta nel Regolamento per la Partecipazione del Comune di Milano, grazie all'iniziativa dell'ex consigliera Patrizia Bedori. Bedori è anche l'artefice di "Facciamo l'appello", una rete di una cinquantina di associazioni e comitati ambientalisti che hanno presentato due volte un appello a Sala e agli assessori della sua Giunta per fermare il consumo di suolo.

Nonostante la risonanza mediatica dell'appello, l'unica risposta proveniente da Palazzo Marino è stata il silenzio. Di fronte a questa inerzia, Bedori ha deciso di agire, raccogliendo 140 firme tra i cittadini e presentando una DRI a novembre 2023 sui provvedimenti che il Comune intende adottare per fermare il consumo di suolo nel Milanese. Dopo vari solleciti rimasti senza risposta, alcuni firmatari hanno protestato in Consiglio comunale, mentre il consigliere Carlo Monguzzi ha sostenuto la loro causa in aula.

Il 22 aprile scorso, durante la presentazione di un patto anti-inquinamento tra il Sindaco Sala e i sindaci della pianura padana, altri firmatari hanno manifestato contro la mancata convocazione per la DRI, organizzando un flash-mob. Con l'assenza di reazioni da parte di Palazzo Marino, Bedori e altri firmatari si sono rivolti al Difensore Civico regionale per far valere il loro diritto alla partecipazione, ignorato dal Comune di Milano.

La situazione, che denota una crescente frattura tra cittadini e amministrazione, solleva importanti questioni sulla partecipazione democratica e sull'efficacia degli strumenti di coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni pubbliche. Resta da vedere come risponderà il Difensore Civico regionale di fronte a questa richiesta di intervento, mentre l'attenzione si concentra sempre di più sulle azioni future dell'amministrazione comunale di Milano riguardo alla gestione del territorio e dell'ambiente.

La lettera inviata da “Facciamo l’appello” al Difensore Civico regionale

Egregio Difensore civico,
Per mezzo della presente chiediamo il suo intervento per far rispettare un diritto ad oggi
negato ai cittadini milanesi.
ANTEFATTO:
il Comune di Milano si è dotato del "Regolamento per l'attuazione dei diritti di
partecipazione popolare" nella sua versione attualmente in vigore, è stato approvato il 22
febbraio 2016 con la deliberazione n°10 e modificato con deliberazione del Consiglio
Comunale n. 73 del 23/07/2021.
È un documento redatto per definire l'attuazione dei diritti di partecipazione popolare in
materia di: iniziativa popolare, referendum, interrogazioni, istanze e petizioni, consulte
cittadine ed udienze pubbliche in attuazione di quanto previsto dalla legislazione vigente e
dallo Statuto del Comune di Milano, nel rispetto dei principi dell’ordinamento europeo.
Il Comune di Milano riconosce nella partecipazione democratica dei cittadini alla
formazione delle decisioni un metodo di governo della città, ai sensi degli articoli 1, 3 e 118
della Costituzione. 
Il 17 novembre 2023 140 cittadini hanno presentato una Domanda a Risposta Immediata
le cui modalità sono descritte nell'articolo 16 comma 7 del regolamento comunale "Le
Domande a risposta immediata sottoscritte da almeno 100 cittadini e recanti l'indicazione
del proponente incaricato di presentare la Domanda sono trasmesse al Presidente del
Consiglio comunale per la presentazione e la trattazione in aula".
Il Presidente del Consiglio comunale, ricevuta la Domande a risposta immediata dei
cittadini dovrebbe valutare l'ammissibilità, escludendo le domande che non vertano su
argomenti di competenza comunale o che siano in contrasto con la Costituzione, con la
legge o con lo Statuto comunale.
Dovrebbe Informare i proponenti sull'esito della valutazione di ammissibilità e, in caso
positivo, trasmettere a Sindaco, Assessori e Consiglieri comunali la domanda, inserendola
nel programma dei lavori del Consiglio per la sua discussione.
Il Presidente infine, convoca i proponenti per presentare in aula la domanda.

Alla disamina delle domande si applica la disciplina dell’art. 25 del Regolamento di
organizzazione e funzionamento del Consiglio comunale.
FATTO PER CUI CHIEDIAMO IL SUO INTERVENTO:
Sono passati più di 5 mesi e ad oggi i cittadini aspettano ancora una risposta, nonostante
l'amministrazione comunale sia stata sollecitata più volte e sia stato chiesto alla presidente
del Consiglio Comunale Elena Buscemi di calendarizzare tale domanda anche tramite un
intervento in Consiglio Comunale del Consigliere Carlo Monguzzi.
In allegato la DRI
In fede, alcuni dei 140 cittadini firmatari
Adriana Berra, Patrizia Bedori, Irene Pizzochero, Innocente Curci, Luca Colapaoli, Luciana
Bordin, Maria Castiglioni, Erica Rodari, Mariella Cappellutti, Dario Cinguetti, Lucia
Hollsteg, Daniela Macchi, Elisabetta Panina, Marina Di Lorenzo, Ivan Salvagno, Cristina
Simonini, Fiammetta Costa, Eugenio Galli, Carlo Casella, Giovanna Frisoli, Marialaura De
Franceschi, Tiziana Riva, Giuseppe Natale, Luigi Filippetto, Pierluigi Angiuoni, Edi Sanna,
Lorenzo Murray.