Peschiera, il Parco Agricolo Sud Milano riqualifica il Carengione: bosco naturale o parco fruibile, quale futuro? |Contenuto extra|

Ne abbiamo parlato con Michela Palestra Presidente del PASM e numerosi ospiti, nel dibattito che si è tenuto in diretta streaming sui canali social di 7giorni. Ecco il resoconto.

Michela Palestra

Michela Palestra

Bosco naturale o parco fruibile, quale futuro per il Carengione? È in sostanza questo il tema del dibattito online organizzato da 7giorni, condotto dal Vicedirettore Giulio Carnevale che si è svolto questa sera alle ore 18.30 sui canali social (Facebook e Youtube) della nostra testata giornalistica. Alla serata ha partecipato Michela Palestra Presidente del Parco Agricolo Sud Milano che ha accettato di buon grado di chiarire gli aspetti di questa riqualificazione che ha sollevato tante perplessità, sia da parte delle associazioni ambientalistiche, sia da parte di cittadini che hanno a cuore questo polmone verde di proprietà di Città Metropolitana di Milano.
Al centro della discussione idee, proposte e progetti per dare al Bosco dell'Oasi del Carengione un futuro migliore e ai cittadini una possibilità in più di vivere esperienze uniche a contatto con la natura.
Insieme alla Presidente del Parco Agricolo Sud Milano, a rappresentare l'amministrazione comunale c'era il Vicesindaco Marco Righini e Danilo Perotti Consigliere comunale delegato a Enjoy Carengione, un piano d'intervento, che nel 2018 si è classificato al primo posto fra i progetti che hanno preso parte al Bilancio Partecipativo del 2018, e che finalmente la Giunta ha annunciato di riuscire a realizzare.
A rappresentare le associazioni ambientaliste c'erano due rappresentanti del WWF Sud Milano: Riccardo Mancioli e Giorgio Bianchini, quest'ultimo particolarmente affezionato al Bosco peschierese perché negli anni '80 fu il primo progetto che segui da volontario, infatti fu chiamato dall'ex Assessore Marco Chittò, recentemente scomparso, che gli commissionò uno studio ambientalista per il recupero dell'area. Non poteva mancare al dibattito una rappresentante del Comitato la Voce degli Alberi che tanto abbiamo imparato a conoscere nel corso dell'ultimo anno. A Stefania Benaglio il compito di partecipare per conto delle Signore degli Alberi. Quando si parla di Carengione a Peschiera Borromeo non si può fare a meno di citare Walter Ferrari, noto naturalista e fotografo peschierese, amante del territorio, e autore anche di un video libro sull'Oasi del Carengione, relatore anche lui del dibattito.

Durante l’intera durata della conferenza il pubblico ha avuto modo d'intervenire tramite le chat social di 7giorni, per porre quesiti, sollevare dubbi e obiezioni ed esprimere opinioni. L’idea ispiratrice è stata infatti quella di un dibattito aperto, un luogo (virtuale) accessibile a tutti affinché il futuro del Carengione possa scaturire da un processo democratico e condiviso tra amministrazione, enti e cittadini.

L’intervento cardine su cui si è innestato il dibattito è stato quello di Michela Palestra che, in qualità di Presidente del Parco Agricolo Sud Milano, ha illustrato gli interventi programmati per riqualificare il Carengione: le risorse, umane e finanziarie, come spesso accade, non sono enormi. Palestra ha spiegato che la volontà forte è tuttavia quella di muoversi nella direzione di azioni mirate e rapide (fine lavori dicembre 2021), come il capitolato del bando regionale impone. Obiettivo principale è quello d'implementare l’area boscata e allo stesso tempo di aumentare la fruibilità dell’area. A tal fine sono necessari interventi per la sicurezza della zona così come per la cura e la pulizia del verde. Michela Palestra ha ricordato l’abbattimento di alcune piante, che saranno presto sostituite da 300/400 nuovi alberi e arbusti; sarà realizzata una nuova area umida così come sono in programma interventi per la realizzazione di attraversamenti e il consolidamento di un ponte già esistente.
Alcune critiche e dubbi sono stati sollevati dal pubblico e dai partecipanti; il dibattito è così entrato nel vivo dando la possibilità a tutti di sentire i diversi punti di vista dei partecipanti. La discussione si è comunque sempre mantenuta pacata, moderata e costruttiva: è proprio da qui che dovrà nascere una visione che dia al Carengione un futuro solido e condiviso. Michela Palestra, nel cedere la parola agli altri partecipanti, si è detta convinta della bontà degli interventi preventivati, nonostante la prima fase possa dare l’impressione di trascuratezza e abbattimenti. Il Bosco sarà più attrattivo per i visitatori ma anche per gli animali che vivono dell’area verde.

Walter Ferrari ha portato nel dibattito la propria esperienza pluridecennale e il proprio amore per il Carengione e per la Città di Peschiera Borromeo e si è detto come sempre disponibile a collaborare alla riqualificazione dell’area. Occorre innanzitutto, a suo modo di vedere, sensibilizzare i cittadini affinché abbiano più cura del verde ma soprattutto è necessario rimboccarsi le maniche in prima persona sia da parte di privati volenterosi che degli Enti deputati alla cura del Carengione.

Riccardo Mancioli del WF Sud Milano ha sottolineato, come altri presenti e alcuni cittadini all’ascolto, il rischio che una fruizione massiva potrebbe comportare per il Bosco: la proposta è quella, ad esempio, di conservare alcune aree intonse. La connettività con il territorio circostante è un altro tema su cui occorrerà riflettere; infine sarà fondamentale arrivare a un progetto complessivo di concerto anche con coloro che vivono quotidianamente il Carengione, ossia gli agricoltori della zona. Sulla stessa lunghezza d’onda anche gli interventi di Giorgio Bianchini, che ha sottolineato l’importanza dei rapporti con Città Metropolitana, proprietaria di una parte dell’area boschiva.

Ciò che è emerso chiaramente dal dibattito è stata, la mancanza di comunicazione tra amministrazione, enti e cittadini, affinché progetti del genere vengano spiegati chiaramente. In tal senso si è espresso anche il vicesindaco Marco Righini, il quale ha ammesso che l’amministrazione ha forse peccato nel campo della comunicazione nonostante il lavoro fatto sia stato molto corposo e oneroso.

Stefania Benaglio, intervenuta in rappresentanza del Comitato La Voce degli Alberi, ha ricordato la volontà da parte dei cittadini di essere parte attiva dei processi decisionali, rivendicando maggiore condivisione delle scelte e delle responsabilità. In seno al Comitato sorgono dubbi circa la futura manutenzione del Bosco, che se non programmata adeguatamente renderebbe inutile questo progetto di riqualificazione. «Ogni albero abbattuto è un fallimento – è la chiosa di Stefania Benaglio – oltre alle proposte occorre quindi prevedere un programma a lungo termine che ruoti intorno al fulcro centrale della manutenzione che l’area necessita in modo continuativo».

Il grande interesse suscitato dagli interventi programmati nel Carengione è risultato evidente dai molti e appassionati interventi dei cittadini e degli ascoltatori del dibattito, collegati in streaming e attivi con domande e richieste di chiarimenti così come con commenti e opinioni.

Danilo Perotti ha esposto poi il progetto Enjoy Carengione. Alla stesura di questo elaborato ha partecipato un gruppo di lavoro composto da esperti e cittadini, tra i quali Walter Ferrari, ispiratore delle finalità. A disposizione circa 35 mila euro, non tantissimi quindi, con i quali sarà possibile apporre la segnaletica riportante i divieti e le bacheche con cartelli per individuare percorsi e indicazioni di aree naturali particolari, quale esempio un percorso botanico per visitare 14 specie di essenze autoctone. Inizialmente si era pensato ad percorso ad anello intorno all'Oasi che si intersecasse a nord con i sentieri che percorrono il Bosco, ma poi sono sorte difficoltà a causa della sfaccettata struttura dell’area, sottoposta alla giurisdizione di tanti e numerosi Enti così come di proprietà private
Perotti ha confermato che saranno aperti altri sentieri in terreni privati grazie alla convenzione per la realizzazione della struttura Socio Sanitaria a Mezzate.

L’interlocuzione con Città Metropolitana si è rivelata fondamentale per portare l’attenzione sul grande valore dell’area. Come ha spiegato bene Michela Palestra, questa Oasi è un sistema complesso, con varie esigenze, fra cui sicurezza, fruibilità, sostenibilità, specificità, tutela della fauna e della flora e una volta finiti i lavori potrà aiutare a promulgare una nuova cultura ambientale.

L’auspicio di tutti i partecipanti è quello di continuare sulla strada della condivisione di progetti e idee; vitale sarà inoltre, come sottolineato da Walter Ferrari, il giusto equilibrio tra fruibilità dell’area e rispetto dell’ambiente che risulterebbe deturpato da una eccessiva frequentazione e presenza antropica. Il naturalista prima di chiudere ha rilanciato una vecchia idea della Provincia di Milano: quella di acquisire nuove aree per incrementare la superficie dell'Oasi protetta.
Sfida lanciata alla prossima amministrazione comunale!
Emanuele Grassini

Guarda la video conferenza , versione integrale

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