Una giornata in memoria di Felice Maritano

Erano gli anni di piombo, le Brigate Rosse portavano avanti il loro piano eversivo con crudele puntualità, ma lui non si tirò indietro: partecipò a numerose azioni, che portarono alla cattura di terroristi del calibro di Renato Curcio e Alberto Franceschini.
Dopo una lunga indagine scoprì che a Robbiano di Mediglia, in via Amendola 10, si nascondevano tre Brigatisti. Questi vennero assicurati alla giustizia, dopo un lungo appostamento, ma durante l’azione, un terrorista sparò e Felice Maritano fu ferito a morte. Riuscì però ancora a incoraggiare i suoi compagni, prima di accasciarsi al suolo. Morì cosi, da eroe. Erano le 3,30 del mattino del 15 ottobre 1974.
Venerdì 22 ottobre scorso l’Amministrazione comunale e l’Associazione Nazionale Carabinieri di San Giuliano Milanese hanno voluto celebrare il 36° anniversario del suo eroico gesto con una nuova targa collocata esattamente nel luogo della tragedia.
Molti gli intervenuti, nonostante fosse una giornata lavorativa, fra cui i sindaci dei paesi limitrofi, i rappresentati di diverse Associazioni quali Avis e Protezione Civile e le classi di terza media della scuola di Mediglia, insieme al corpo docente. Invitato speciale: il figlio di Felice Maritano, anch’egli nell’Arma, quasi nascosto fra i suoi commilitoni.
Diversi gli oratori che si sono succeduti sul palco: il sindaco Carla Andena, Sergio Pascali, comandante Regionale dell’Arma, e Giorgio Cicero, presidente dell’Associazione Carabinieri in congedo. È stata ricordata la sua vita eroica di fedele servitore dello Stato e sottolineata l’importanza che i giovani possano studiare il recente passato, per costruire con più consapevolezza il loro futuro.
Solenne la cerimonia di scoprimento della lapide e della deposizione della corona, a cui la folla presente ha partecipato in un silenzio commosso.

Valeria Giacomello