Sciopero alla Tamini di Melegnano: i dipendenti in corteo occupano parte della via Emilia

Il malcontento riguarda il nuovo contratto interno, che legherebbe parte del salario ai risultati aziendali. L’azienda si è però già detta pronta alla mediazione

La sede amministrativa di Tamini

La sede amministrativa di Tamini

I dipendenti della Tamini di Melegnano, azienda leader nella produzione di componenti elettrici, sono in stato di agitazione, a causa di una clausola del nuovo contratto interno che potrebbe mettere a rischio parte del loro salario. Nella mattinata di lunedì 18 maggio, le categorie sindacali della Fiom-Cgil e Uilm-Uil hanno indetto 1 ora di astensione dalle attività lavorative presso lo stabilimento produttivo, sito lungo la via Emilia. In base a quanto comunicato dalle rappresentanze sindacali, lo sciopero è stato motivato dal disaccordo con il nuovo contratto interno, che pare vorrebbe legare parte dello stipendio fisso dei dipendenti ai risultati aziendali. La protesta si è poi tradotta in un corteo che, occupando una intera carreggiata della Statale, ha visto i lavoratori muoversi compattamente verso la sede amministrativa dell’azienda, siti a poca distanza, all’angolo tra la via Emilia e via Cesare Battisti. 
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Tutto ciò ha finito per generare alcuni rallentamenti al traffico veicolare in transito a quell’ora lungo l’arteria stradale, senza che tuttavia l’ordine pubblico ne fosse minimamente turbato. Una volta giunti presso il comparto uffici, i dipendenti sono stati ricevuti dal presidente della società, Luciano Tamini, il quale ha manifestato l’intenzione dell’azienda ad aprire una trattativa che possa portare a una soluzione condivisa. Verso le 12:30 il corteo ha poi fatto ritorno presso lo stabilimento, con “in tasca” una prospettiva rassicurante. Acquisita lo scorso anno dal gruppo Terna,  Tamini Srl è rinomata a livello nazionale per la produzione di trasformatori e a Melegnano dà lavoro a 100 persone. Oltre a quello melegnanese, l’azienda comprende anche altri 3 stabilimenti, a Legnano, Novara e Valdagno (VI), che occupano complessivamente ulteriori 300 dipendenti.
Redazione Web