Intervista a Sergio Leondi: il santuario del Calandrone, una storia sacra lunga duemila anni

"San Giovanni Battista al Calandrone. Storia del Santuario. Cenni su Merlino e il territorio" è l'ultimo lavoro di Sergio Leondi, docente di lettere e storico del territorio.

Perché ha scelto di dedicare questo libro al santuario del Calandrone?

Nel corso di una ricerca che feci, più di vent'anni fa, in una biblioteca mi sono imbattuto in un libriccino del 1888 di Giovanni Agnelli. Era dedicato al santuario di San Giovanni Battista al Calandrone. La cosa mi interessò ma lasciai da parte l'argomento. Col tempo mi venne l'idea di riprendere in mano quel testo. Lo trovai interessante e decisi di ampliare le ricerche.

Com'è avvenuta la ricerca?

Ci ho lavorato piuttosto intensamente per circa un anno. Ho consultato documenti nei vari archivi e biblioteche. La parte principale della ricerca si è svolta all'archivio della Curia di Lodi.

Mi introduca il suo lavoro. Com'è strutturato?

La prima parte del libro è dedicata a San Giovanni Battista al Calandrone. Le prime notizie sul santuario risalgono al 1261 ma, con la convinzione che fosse già un luogo sacro prima dell'avvento del cristianesimo, ho deciso di ampliare le ricerche.

Compiendo studi sull'origine del nome "Calandrone", ho ipotizzato che potesse avere origini celtiche. Esso significa "luogo fortificato con carri". Inoltre, la presenza di corsi d'acqua – elemento venerato da questa popolazione – suggerisce che il luogo fosse ritenuto sacro anche dai celti.

In seguito, è probabile che si siano stabiliti i romani nel medesimo luogo. Infatti, ai lati del santuario, sono collocati due sarcofagi di granito di fattura romana. Infine, con l'avvento del cristianesimo, qualche eremita decise di costruire in loco una chiesa.

La seconda parte del libro è dedicata a cenni storici sul comune di Merlino. Questa località ha molte attrattive turistiche, che i pellegrini del santuario dovrebbero conoscere. Tra queste possiamo annoverare il Palazzo Carcassola-Grugni, diverse cascine e mulini, ma anche luoghi naturali molto suggestivi. Quindi ho deciso di descrivere il territorio dal punto di vista storico-architettonico, ma anche ambientale.

Nella terza parte del libro, infine, ho voluto riportare la trascrizione dell'opuscolo di Giovanni Agnelli.

A chi si rivolge questo testo?

Il libro è rivolto a tutti, in particolare ai fedeli e ai pellegrini del santuario, nonché ai cittadini di Merlino. È un'iniziativa a scopo benefico e non lucrativa. Il libro è disponibile presso la sede de "Il Carro" (cooperativa che si è occupata della pubblicazione), al santuario e in parrocchia.

Lei è uno dei fondatori del Gruppo Amici della Storia Locale "Giuseppe Gerosa Bricchetto". Mi parli dell'associazione.

Noi soci fondatori eravamo tutti allievi di Giuseppe Gerosa Bricchetto, primo storico di Peschiera e del Sud di Milano. Nel suo nome, nel 1997, abbiamo fondato questa associazione, che raduna tutti coloro che scrivono o che sono appassionati di storia locale. Ci occupiamo di paesi del milanese, del lodigiano e del pavese. L'associazione nasce con lo scopo di diffondere la storia locale attraverso a notizie e pubblicazioni. Per questo scopo, abbiamo anche istituito una rivista che prende il nome di "I quaderni del castello".

Claudia Zanella