Il servizio di copertina del programma televisivo Box, a cura del vicedirettore di 7giorni Maurizio Zanoni in collaborazione con il giornalista conduttore Vladimiro Poggi

Il servizio di copertina andato in onda venerdì 8 marzo 2013 nel programma televisivo Box, sulle reti Telecolor, Primarete Lombardia e Italia + (ai canali 18, 89 e 132 del digitale terrestre), a cura del vicedirettore del giornale 7giorni Maurizio Zanoni, in collaborazione con il giornalista e conduttore televisivo Vladimiro Poggi.



Ricorre l'8 marzo. Le donne, nella data a loro universalmente dedicata, celebrano se stesse, l'affermazione sociale, politica ed economica che, a furia di estenuanti sacrifici e fatica, hanno fatto propria. Conquiste decisive assimilabili a una progressiva evoluzione civile di un Paese, il nostro, dal retaggio storico machista, cui relegava alla figura femminile solo il dovere di madre e moglie. Altro non era concesso. Allora c'era chi si piegava alle imposizioni preordinate e c'era chi nelle proprie convinzioni trovata il coraggio per ribaltare il proprio destino.

Eppure, un salto a pie' pari al presente suggerisce la continuità di comportamenti discriminatori nei confronti delle donne, principalmente in campo professionale. Non sono purtroppo frutto della più fervida immaginazione le testimonianze di professioniste, in possesso di titoli e qualifiche, scavalcate da colleghi meno preparati, i quali raggiungono le posizioni che contano, lasciando alle restanti solo le briciole e stipendi, appunto, da fame. Oppure, di colloqui lavorativi in cui la principale preoccupazione del selezionatore è quella di comprendere quanto la candidata sia più o meno propensa alla costituzione di una famiglia. Perché ciò, viene considerato un impedimento per il futuro che verrà, gravando prima o poi sulle attività aziendali. Ma al peggio, si sa, non c'è limite. Così, di sovente si viene a sapere di lavoratrici che perdono il posto a causa di una gravidanza; altro che pari opportunità!

Tutto si riduce dunque a un bivio tragicomico: da una parte la carriera e dall'altra la famiglia. E pensare che da uno studio del World Economic Forum di qualche anno addietro le donne dello Zimbabwe - per le quali si nutre il massimo rispetto - risultano essere meno discriminate di quelle italiane. L'Istat, in questo senso, fa parlare i dati e restituisce una fotografia verosimile della situazione italiana, anno 2012: la media delle donne occupate, comprese tra i 15 e 64 anni di età, è pari al 47,1%, quasi 20 punti percentuali al di sotto di quella maschile.

Un bel divario, non c'è che dire, che non può essere ascritto a episodi - almeno si spera - circoscritti, bensì a una ben più ampia falla del sistema. Falla che per certi versi si è cercata di arginare partendo dall'ambito politico con la legge 120/2011, meglio conosciuta come Golfo-Mosca, la cui finalità risiede nel riequilibrio delle rappresentanze di genere negli organi di governo e di controllo delle società quotate. Rosee affermazioni che si fanno avanti e che sicuramente incrineranno lo status quo delle cose, vien da aggiungere finalmente. In fin dei conti abbiamo già visto quello che possono fare gli uomini al potere, ora diamo una possibilità anche agli altri, anzi alle altre. Come, d'altro canto, stanno già facendo all'estero. E poi, con le debite eccezioni, peggio dei loro predecessori non possono certamente fare.

Maurizio Zanoni